Pillole di Vangelo con il nostro arcivescovo: domenica 11 gennaio 2015

 Domenica 11 gennaio, nella quale si celebra il Battesimo di Gesù, ci presenta un passo del Vangelo di Marco:
 
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
 
Su questo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano: “Il tempo del Natale si conclude nella liturgia con la festa del Battesimo del Signore. Un gesto sconcertante che gli evangelisti non hanno ignorato. Un gesto che sin dagli inizi ha messo in imbarazzo: com’è possibile che Gesù, accogliendo l’invito pressante e forte del Battista, si metta insieme agli altri peccatori in fila e accetti di lasciarsi immergere nelle acque del Giordano, invocando il perdono dei peccati? Lui che è senza peccato ed è venuto a liberare il mondo dal peccato. Le prime comunità cristiane e gli evangelisti hanno voluto così lasciarci un messaggio fortissimo che hanno accolto dal Maestro e che è tanto necessario per il nostro cammino di fede. È vero: Gesù non ha bisogno di essere lavato, purificato, perdonato. È Lui che viene a offrirci il perdono, ma come lo fa, se non mettendosi accanto, condividendo, prendendo su di sé il peso e le conseguenze del nostro peccato? Non sarà così tutta la sua esistenza, dalla mangiatoia alla croce? Egli fu annoverato tra i malfattori, fu considerato un peccatore e così fu condannato dagli uomini. Lui ci ha amati così, sino alla fine, e ci ha salvati così, diventando talmente uno di noi, nella nostra storia, da prendere tutto su di sé. Così ci ha introdotto nella novità del Regno di Dio, di cui siamo figli. E come non pensare al nostro Battesimo, quello che nasce dalla Sua Pasqua, quello di cui facciamo memoria ogni domenica o dovremmo farla con gratitudine, che ricordiamo ogni volta che tracciamo sul nostro corpo un segno di croce o quando intingiamo la mano nell’acqua e ricordiamo che siamo stati anche noi immersi nella vita nuova dei figli di Dio. Siamo battezzati, cioè rinati. Siamo battezzati e, dunque, amati da Dio nostro Padre di cui siamo figli. Siamo battezzati e, pertanto, facciamo parte di una famiglia, che Gesù è venuto a inaugurare sulla terra, dandoci questa grande responsabilità: vivere da fratelli, gli uni a servizio degli altri e insieme attenti alle esigenza anche dei più lontani. Cosa viene a noi dal gesto di Gesù se non un invito forte e un dono grande ad amarci veramente, fino in fondo, senza escludere nessuno? Ecco cosa, allora, ricaviamo da questo tempo di festa, in cui abbiamo contemplato la nascita umana del Figlio di Dio? Siamo una famiglia. Dio vuole che il mondo intero cresca e diventi sempre più unita, la Sua famiglia che gode della Sua presenza e cresce nell’armonia, nella pace e nell’unità con tutti”.
 
Le riprese delle pillole del Vangelo nel tempo di Natale (domenica 28 dicembre, domenica 4 e 11 gennaio) sono state realizzate nell’artistico presepe realizzato nella cripta della chiesa parrocchiale San Marco Evangelista, a Seiano.
 
 
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