Pillole di Vangelo con il nostro arcivescovo: domenica 2 novembre 2014

Domenica 2 novembre si celebra la Commemorazione dei defunti. Sono tre i passi del Vangelo per questa speciale domenica.
 
Il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano, commenta il passo del Vangelo delle Beatitudini, secondo Matteo: In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
 
Su questo passo del Vangelo la riflessione del nostro pastore: “La pagina delle Beatitudini è proposta dalla liturgia non solo per la Festa di Tutti i Santi, ma anche in uno degli schemi per la Commemorazione dei fedeli defunti. Le Beatitudini sono la magna charta del Vangelo, è la parola più alta, più bella, più piena, pronunciata da Gesù. Non è solo un invito alla gioia e nemmeno tanto un impegno a darsi da fare per cercare di vivere momenti di gioia. È un dono, la proclamazione di un dono da parte di Dio che promette ai suoi figli la gioia vera, che viene da Lui e che nessuno può togliere. Ascoltare questa pagina del Vangelo nella Festa di Tutti i Santi ci rimanda alla nostra condizione e a tanti, che seguendo Gesù hanno preso sul serio il Vangelo e hanno speso la vita al servizio dei fratelli. Non solo: hanno vissuto riconoscendo di essere poveri davanti a Dio e siamo figli bisognosi di tutto. Che bello una vita spesa così riconoscendo che è un dono di Dio da non poter tenere solo per noi stessi. Ecco la vera santità. Nel giorno in cui ricordiamo i nostri defunti ancora l’invito alla gioia. Com’è possibile? Gesù condivide i dolori, i lutti, i drammi degli uomini. In una Beatitudine dice: ‘Beati coloro che piangono perché Dio, Padre mio e loro, li consolerà’. Ecco il dono che Dio fa: un dono che riempie la vita e raggiunge anche le situazioni più disperate e asciuga le lacrime perché assicura la sua presenza e il suo amore senza fine. Noi li ricordiamo così i nostri morti, non presi da un senso di vuoto, di amarezza e nostalgia, ma in Dio che li ha consolati con il suo abbraccio paterno e li ha purificati dalle loro sofferenze e dai loro peccati. Perciò, ci sentiamo in comunione con loro, in amicizia donata da Dio, noi e loro una sola cosa. È la vita del Padre che circola in tutti i suoi figli e li tiene uniti per sempre. Le Beatitudini: vivere nella gioia di Dio e testimoniare in vita e in morte che Lui è nostro padre e noi saremo suoi figli per sempre”.

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