Il passo del Vangelo di Matteo di domenica 7 settembre ci presenta Gesù che parla ai discepoli sullatteggiamento da tenere nei confronti dei fratelli che hanno sbagliato.
Su questo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
La concretezza del Vangelo è disarmante. Gesù parla in un modo così diretto che ci lascia a volte senza fiato, come quando esamina il caso dei rapporti reciproci, non sempre sereni, anzi a volte conflittuali. Come comportarsi nella comunità quando un altro commette qualcosa nei miei confronti di non buono? Sono tanti i modo in cui noi reagiamo: sopportiamo, cerchiamo di farci ragione o addirittura usiamo vie non proprio limpide. E che cosa ci suggerisce Gesù? La prima cosa è continuare a considerare laltro come fratello. È difficilissimo perché quando subisco un torto vedo nellaltro un avversario possibile o addirittura un nemico e mi convinco, dentro di me, che laltro non è dalla mia parte, mentre per Gesù laltro resta sempre fratello. Che suggerimento concreto, non solo imbarazzante, ma anche straordinario se riusciamo a vedere nellaltro che mi sta facendo soffrire un fratello.
E, poi, cosa faccio? Se laltro rimane un fratello donatomi da Dio per camminare con me, allora devo aiutarlo. Un paradosso: io devo aiutare lui? Dovrebbe essere il contrario, pensiamo noi: sono io che ho bisogno di essere aiutato, capito, difeso. E, invece, dice Gesù, lo devo aiutare. Dinanzi alla verità bisogna che laltro disarmi la sua coscienza. Lo farò da solo, con laiuto di qualcuno, con laiuto della comunità. Sono tanti i mezzi che posso usare, senza arrendermi mai: laltro resta mio fratello.
Gesù rimane concretissimo: può darsi il caso che laltro rimanga nella sua posizione. Anche qui il Vangelo ci dà unindicazione sconvolgente. Cè il caso in cui io devo necessariamente riconoscere che non cè niente da fare, che laltro per me uso il linguaggio di Gesù è un pagano, un pubblicano, dunque uno che è lontano da me, che contrario a me, ma io continuerò ad amarlo così, anzi lo amerò ancora di più. I pagani, i pubblicani sono coloro che vanno amati di più perché devono ritornare nella verità, nella comunione, nellamore. Insomma, mai arrendersi anche quando laltro sembrerebbe aver chiuso la porta definitivamente. Resta sempre mio fratello per il quale sono disposto a dare la vita.
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