Preparazione al matrimonio: la sfida di “accompagnare”

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Nella suggestiva cornice dell’ex cattedrale di Vico Equense, in uno splendido e assolato pomeriggio, più di un centinaio di operatori di pastorale familiare provenienti da diverse parrocchie della diocesi, da movimenti e aggregazioni laicali, insieme a semplici fedeli sensibili alla tematica, si sono ritrovati, venerdì 12 aprile 2013, con don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale della pastorale della famiglia, che ha presentato il documento della Conferenza episcopale italiana: “Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia”.
Alla presenza del nostro Arcivescovo, mons. Francesco Alfano, don Paolo ha brevemente analizzato l’iter che ha originato il documento. Un’attenta analisi di quanto si fa nella Chiesa italiana in preparazione al sacramento ha evidenziato un’evidente difformità di metodo e di durata dei percorsi (che, in alcuni casi, restano ancora dei corsi): nel 52,4% dei casi vi è un uso della relazione frontale; e, dovunque, si sente la necessità di offrire dei chiari orientamenti, anche per l’aumento della presenza dei conviventi, che innalzano l’età con cui ci si accosta al tema. L’elemento caratterizzante dell’intervento è stato il cambio di sguardo: non è in crisi la famiglia, ma è la società che non scommette più sulla famiglia.
La sfida è, dunque, educare in un mondo che cambia: occorre “custodire” le persone (i fidanzati) perché formino delle famiglie che siano intime comunità di vita e di amore. Perciò non possiamo più parlare di corsi per fidanzati ma di “percorsi”, che abbiano una durata congrua, in cui si percepisca l’abbraccio accogliente della Chiesa capace di educare al “per sempre”, orientati a Dio che è la sorgente dell’amore.
L’amore è una “scelta” che si costruisce ogni giorno e per arrivare a questa scelta occorre attingere alla sorgente dell’amore, Cristo: solo così la famiglia diviene segno visibile della presenza di Cristo, delle Sue nozze con la Chiesa: cioè del sacramento. È necessario aprirsi alle giovani coppie in cammino come famiglia di famiglie per aiutarli ad imparare l’arte del dialogo, della gestione dei conflitti, dell’affrontare scelte importanti come l’apertura alla vita, la sobrietà, ecc.
Aldilà delle iniziative, quello che ha colpito nell’intervento di don Gentili è stata effettivamente la tensione della Chiesa ad investire molto sulle famiglie e prima ancora sulla formazione delle famiglie. La consapevolezza della pervasività della cultura del relativismo spinge gli operatori di pastorale familiare ad intensificare la propria azione volta all’educazione dei giovani ai valori quali la castità, la sobrietà, l’attesa, la fedeltà,ecc.
Molti giovani desiderano amarsi per sempre ed il “per sempre” è un traguardo al quale prepararsi con cura.
Ed è proprio attraverso la cura delle anime che la Chiesa sembra indicare la strada maestra per arrivare al cuore dei nubendi. È proprio nel prendersi cura di loro, del loro cammino, delle loro difficoltà, a partire da quell’abbraccio accogliente della Chiesa e dell’affidamento ad una “coppia angelo”, che la Chiesa concretizza quel cambio di prospettiva annunciato. Per trasmettere la bellezza di una scelta d’amore per sempre, di un donarsi per costruire un legame che porti frutto, per “non avere paura”, il messaggio che trapela è quello che oggi i fidanzati e le giovani coppie non sono più sole. Saranno accompagnati alla celebrazione del rito perché vi giungano preparati dall’esempio e dal confronto con altre coppie come loro e con coppie di sposi adulti. Non saranno più soli dopo la celebrazione del rito perché ci sarà un famiglia di famiglie a sostenerli. Perché il matrimonio sia ancora una buona notizia.
Nel suo intervento, l’Arcivescovo Alfano ha invitato i presenti non tanto all’azione in sé, ma alla scelta consapevole di voler essere vicini ai fidanzati. “Accompagnare” diventa, così, la parola chiave: accompagnare, stare accanto lungo il viaggio, senza pretendere. Ma come si fa? Bisogna riscoprire la vocazione materna delle comunità, che fa soffrire così come travaglio e parto. Valorizzare, nelle nostre comunità, le luci già accese, che ancora non risplendono, ma che possono farlo grazie al contatto immediato e quotidiano. Non scoraggiamoci, chiediamoci quali sono le azioni concrete che non ci lasciano soli. E realizziamole attraverso il sogno, che non ci sgancia dalla realtà, ma anzi la vivifica e la realizza. Il sogno ci porta a vedere l’anticipo della Chiesa del III millennio: una famiglia di famiglie, una minoranza, una piccola realtà che accende una luce, senza aspettarsi un successo, ma vedendo in profondità, con la consapevolezza che quella piccola luce accesa può illuminare tutta la realtà, perché non viene da noi, ma è un dono. Ed allora non dobbiamo cedere alla stanchezza ed al pianto, ma vedere il dono che abbiamo ricevuto: una comunità di famiglie che vivono il Vangelo e devono diventare una famiglia che accompagna l’intera comunità cristiana, come dono di Dio che ci vuole bene e ci starà sempre accanto. Al termine, mons. Alfano ha consegnato a tutti i presenti una copia degli “Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia”, augurando a ciascuno: “Buon cammino!”.
Un vero e proprio mandato pastorale da realizzare nelle diverse realtà ecclesiali.

di Annaluce e Libero BERRINO