Ritorno ad Alberi, quattro mesi dopo!

Gli esercizi spirituali per laici tenuti dal nostro Arcivescovo don Franco Alfano ad Alberi dal 2 al 5 gennaio scorso (Vivere la sequela di Cristo nel Vangelo di Marco) si erano conclusi con una promessa: ci rivedremo ancora!
La promessa è stata mantenuta e così, sabato 2 maggio, ci siamo incontrati di nuovo presso la casa di spiritualità Armida Barelli ad Alberi, per raccontarci come prosegue il nostro cammino e per fare ancora un pezzo di strada con l’evangelista Marco.
Grande è stata la gioia del ritrovarsi insieme! Non ci ricordiamo tutti i nomi, lo confessiamo, ma i volti sì! Sono i volti dei fratelli e delle sorelle, lasciati appena ieri, con cui abbiamo condiviso un tratto di vita, volti che ti rimangono dentro, che diventano parte di te!
La Lectio che il nostro Arcivescovo ci ha proposto (Mc 14,1-11) ci ha condotti a Betania, nel tempo di Pasqua,in casa di un lebbroso sanato; sullo sfondo, i sommi sacerdoti e gli scribi che congiurano, e Giuda che prepara il tradimento. Al centro, ancora una volta, una donna. Marco ci dice che porta un vasetto di alabastro pieno di olio profumato di gran valore, che lo rompe, e che lo versa sul capo di Gesù.
Non ha nome e non parla questa donna, ma sprigiona un fascino e una forza che ci cattura e ci interroga. Che sappiamo di lei? Che è capace di molto amore e di molto coraggio; che è una donna “avente alabastro”, sembra quasi che è lei ad essere alabastro, cioè trasparente, profumata, fedele, preziosa. Rompe il vaso e versa tutto il profumo su Gesù: è un gesto radicale, non tiene niente per sé! E mentre gli uomini restano sullo sfondo, incapaci di comprendere, immobili nelle loro parole di sdegno e strumentalizzando anche i poveri (“si poteva vendere quest’olio a più di trecento denari..), lei, ricca di umanità e di consapevolezza, si muove senza paura e testimonia un amore assoluto e libero, e che libera: dal giudizio degli ipocriti, e dalle critiche di chi cerca di svilire un gesto che resta incomprensibile a chi ha il cuore chiuso all’amore.
Lei è con Gesù. Porta ciò che è, fa tutto ciò che può: un gesto di amore, che Gesù gradisce ed interpreta, legandolo alla sua morte e sepoltura. Forse un gesto che va oltre anche la sua stessa intenzione; un gesto che fa dire a Gesù: “Dovunque in tutto il mondo sarà annunziato il Vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che essa ha fatto”.
Tra uomini che tramano e uomini che tradiscono, è lei che emerge, con quella sensibilità tutta femminile, materna nel gesto di accudimento (quante mamme vogliono bene così, dando anche la bellezza del profumo!) che la trasforma in una icona evangelica. Tanti gli spunti per la nostra meditazione, tante le risonanze condivise. Su tutte, ci resta questa immagine di donna-vaso di alabastro, che senza parlare ci indica una strada.
Non avere paura di “rompere il vaso”, per portare allo scoperto il profumo dei doni che Dio Padre a piene mani riversa sui suoi figli. Per essere, come ci chiede Papa Francesco, discepoli missionari. Perché il Vangelo lo si proclama diventando Vangelo. È questo il momento giusto, non si può attendere oltre!
Il nostro grazie all’Arcivescovo che, invitandoci a questa giornata, ci ha fatto sentire la sua paternità e la sua cura per la nostra crescita spirituale! Ci rivedremo ancora.

di Lucia di MARTINO