Santa Maria di Casarlano: Il Vescovo in Parrocchia, domenica 28 ottobre 2018

A conclusione della celebrazione, prima della benedizione del Vescovo, Franco Ercolano a nome di tutti i casarlanesi si è recato all’ambone ed ha letto un testo in cui si è ripetuto il benvenuto a don Beniamino. Il testo era stato preparato da Antonino Apreda che, però, era assente a causa di un impegno di lavoro.

Al termine della lettura, il Vescovo ha spinto don Beniamino a prendere la parola. Queste di seguito le parole del nuovo parroco (che vengono ora riportate grazie a qualcuno che ha registrato il breve intervento).

Preferirei che fosse il Vescovo a prendere la parola: è ancora in tempo per farlo e, anzi, mi permetto di invitarlo perché sia lui a parlare.

Cosa dire, cari amici? Non che manchino i motivi per ringraziarvi e per rallegrarci, ma a conclusione di questa liturgia non ci si può permettere di dilungarsi. Voi mi avete accolto con grandissima generosità; una generosità della quale un sacerdote dev’essere dell’altezza, pur sapendo che a tracciare il nostro cammino non sono tanto i nostri propositi ‒ anche quando sono dei migliori ‒ quanto la forza che ci viene dalla Verità, la forza che ci giunge dal Signore. Una forza che, in questo momento, io con voi e voi con me, invochiamo abbondante sulle nostre famiglie, sul nostro cammino, sulla nostra storia.

Ora mi limito solo a due cose (anzi due cose e mezzo).

La prima è il ricordo del momento in cui il Vescovo don Franco mi chiese di assumere la guida della Parrocchia di Casarlano. Gli assicurai che io, tra voi, mi sarei sicuramente trovato bene (ed, oggi, a distanza di due mesi dal mio primo incontro con voi posso ampiamente confermare quella intuizione iniziale). Aggiunsi, in quel momento, nel cuore dell’estate scorsa, che, però, sarebbe stato ben più importante che i fedeli si fossero trovati bene con me.

Il secondo pensiero è quello che, il vescovo ed io, ci siamo scambiati solo due giorni fa. A don Franco che mi chiedeva di parlargli della parrocchia di Casarlano, io potetti rispondergli con assoluta limpidezza che questa nostra Parrocchia era, ai miei occhi, la più bella del mondo. Stando ciò, allora, io posso considerarmi il parroco più felice del mondo.

L’ultimo mezzo pensiero riguarda mia madre che è qui, nei banchi, con il mio papà, e che vedo lacrimare per la commozione e non ne capisco il motivo anche perché proprio stamattina presto l’ho rimproverata nel farle una domanda impertinente. Grazie al cambio di ora e all’ora di riposto in più (stanotte, una notte indimenticabile!), di buon mattino mi sono infilato tra mamma e papà che ancora dormivano, mi sono intrufolato nel lettone e ho chiesto a mamma: «Mamma, spiegami perché quando ero piccolo, mi prendevi in braccia ed ora non lo fai più. Forse non mi vuoi più bene?». La loro presenza qui, stamattina, però, mi tranquillizza.

Cari amici, caro don Franco… Caro don Franco, ci sono delle cose che dobbiamo dirci riservatamente. Cari amici, queste stesse cose dovranno esservi manifestate e presto conoscerete. Ma questo è un momento di letizia per questa bella comunità parrocchiale; una letizia che viviamo tutta nel Signore Gesù, invocando sulle nostre famiglie l’intercessione e la protezione di Santa Maria di Casarlano.

di Antonino Apreda