Servizio di pastorale familiare: il valore del perdono

“Il perdono in famiglia”: questo è stato il tema del primo week-end di formazione per operatori pastorali organizzato dal Servizio di pastorale familiare diocesana, e svoltosi il 14 e il 15 febbraio, presso la casa di spiritualità “Armida Barelli”, con relatori i coniugi Danese: Giulia Paola Di Nicola, saggista, docente di Sociologia della famiglia, co-dirige la rivista di cultura “Prospettiva Persona” col marito, col quale scrive spesso a quattro mani. È membro dell’Accademia internazionale Intams di Bruxelles; Attilio Danese, saggista, docente di Filosofia politica, co-dirige la rivista di cultura “Prospettiva Persona” con la moglie, con la quale scrive spesso a quattro mani. È membro dell’Accademia internazionale Intams di Bruxelles.
 
L’incontro, iniziato nel pomeriggio di sabato, è stato diviso in due tempi, con dibattito finale. I relatori hanno iniziato spiegando che la società considera il perdono un tema d’ importanza solo per coloro che hanno una visione cristiana del vivere. Invece, dal punto di vista teorico, sociale e politico esso è necessario alla convivenza. Infatti, se la gratuità del perdono origina in un’esigenza del cuore umano, allora anche la società deve, a suo modo, rappresentarlo, pena il rischio di “disumanizzazione”. Così il perdono, termine “desueto”, sembra sempre meno usato quale risorsa benefica per famiglia e per società che, pur tenendo fermi i principi della giustizia, deve contemplare anche a livello istituzionale la possibilità di forme che permettano la riconciliazione tra le parti e offrano l’opportunità di ricominciare.
Pensiamo, per esempio, alle figure professionali del mediatore familiare (per la coppia) o al giudice di pace; alle varie forme, anche se condizionate e di opportunità previste dalle istituzioni, come il condono, moratorie, indulto, ecc. In ultimo, la forma laica più si vicina al concetto cristiano che è la grazia concessa dal capo dello Stato. Essa per la verità, prevista anche prima del cristianesimo, non contemplava il pentimento ma offriva la possibilità di un riscatto. Per questo, non considerato appannaggio dei soli credenti, il perdono appare una grande risorsa sociale che innesca un circolo virtuoso che porta a guardare con speranza al futuro. Non è soltanto un imperativo evangelico molto esigente ma una virtù civica indispensabile per vivere bene con gli altri e con se stessi. Esso ci appare come un prodigioso strumento di “ecologia sociale” che ripulisce i rapporti umani dalle scorie delle insofferenze e dell’odio; diversamente si pagherebbe il prezzo dell’aumento del tasso di stress provocato dai sospetti e risentimenti che spesso sfociano in malattie neurologiche.
È un dato di fatto incontestabile che i litigi, anche nella coppia, sono inevitabili e rappresentano momenti di non sintonia relazionale. Sarebbe bene prevenirli parlandone già ai corsi prematrimoniali alle giovani coppie in cammino verso il matrimonio, in modo da sensibilizzarli alla cura della comunicazione. 
Tanti sono gli aspetti da tenere presenti una volta che il litigio ormai è scoppiato: primo fra tutti è fermarsi e cercare di comprendere le reazioni dell’altro in modo da evitare che la collera prenda il sopravvento ma puntando sulla possibilità di rigenerare il rapporto. Il perdono richiede intelligenza, generosità e capacità d’incassare. È un percorso lungo, da intraprendere a piccoli passi che non può essere imposto ma frutto della Grazia.
La tappa fondamentale, per non cadere in forme illusorie di perdono (superficiale, conveniente, rinfacciato, accomodante, ecc.) è un percorso conoscitivo-esperienziale che implica un mutamento dell’io ed esige la capacità di prendersi del tempo per sé, analizzarsi e controllare fino a che punto si è elaborata la ferita.
È la Grazia del perdono che riattiva il processo di comunicazione e rigenera il rapporto. Dare e chiedere perdono è indispensabile a testimoniare nel mondo d’oggi che è possibile un amore fedele e felice. Particolarmente le coppie cristiane, che hanno aderito alla parola evangelica del perdono e dell’amore ai nemici, sono tenute più delle altre a percorrere fino in fondo il cammino della misericordia, dell’abbandono dell’orgoglio, della domanda e della concessione del perdono.
Poiché il perdono, troppo predicato e poco praticato, nasce dall’elaborazione e dal travaglio interiore della coscienza, deve diventare un fatto feriale e non attuato solo per casi eclatanti. In tal modo esso porterà all’interno della società, della famiglia e della coppia a vivere concretamente l’esperienza umana vera che contribuisce a costruire la civiltà dell’amore.
In ultimo, i relatori ci hanno suggerito alcuni siti dove è possibile scaricare le slide usate durante l’incontro e un sussidio utile per la preparazione alla Quaresima:
La Santa Messa celebrata dall’arcivescovo, mons. Francesco Alfano, ha visto riuniti il gruppo degli operatori di Pastorale familiare con quello della Consulta delle aggregazioni laicali.
Il pomeriggio di domenica 15 è stato dedicato, dai due gruppi riuniti assieme, all’approfondimento dei Lineamenta del prossimo Sinodo sulla famiglia. Dopo una breve esposizione del contenuto della Relatio synodi da parte dei responsabili del Servizio di pastorale familiare diocesana, col commento dei coniugi Danese, ci si è divisi in gruppi di lavoro per tentare di dare una risposta ad alcuni dei quesiti. Al termine, ogni gruppo ha relazionato sul lavoro svolto, ed, infine mons. Alfano ha tirato le conclusioni, commentando con gioia l’iniziativa di Papa Francesco di consultare il popolo di Dio in preparazione del Sinodo. Questo stile sinodale sta attraversando anche la nostra arcidiocesi, non senza fatica e difficoltà, ma con la consapevolezza della ricchezza che viene dal confronto e dal dono che ciascuno porta.

 

Ufficio Catechesi – Servizio di pastorale familiare