Parrocchia Santi Ciro e Giovanni, Vico Equense

Solennità dei Santi Patroni, il Parroco: “Il loro esempio sia da stimolo a condividere con i nostri fratelli la gioia del Vangelo”

Parrocchia Santi Ciro e Giovanni. Solennità dei Santi Patroni, il Parroco: “Il loro esempio sia da stimolo a condividere con i nostri fratelli la gioia del Vangelo”

“Il tuo nome, o gran Ciro risuona per le strade di Vico e nei cuori, un profumo di incenso e di fiori spira intorno al tuo fulgido altar. Nello slancio di fede e d’amore come figli al loro padre d’intorno a Te corre in sì splendido giorno il tuo popol dai monti e dal mar”.

Il 31 gennaio, com’è ormai consuetudine secolare, si celebra la festa dei Santi protettori Ciro e Giovanni, le cui statue sono trasportate dai pescatori locali per le vie principali della Città, a piedi nudi. Una Festa che è di tutta la città, che risuona “per le strade di Vico e nei cuori”, come recita anche l’inno, dove il popolo tutto, “dai monti e dal mar”, si ritroverà a festeggiare insieme.

La processione parte dalla Chiesa intitolata ai Patroni, riedificata nel 1715, e percorre un lungo itinerario: piazza Marconi, via Caccioppoli, via Santa Sofia, via Nicotera, via Santa Maria del Toro, corso Filangieri, via Canale, via Roma, piazza Umberto I, via monsignor Natale fino alla ex cattedrale, viale della Rimembranza, via San Ciro e rientro in Parrocchia.

“La comunità vicana – dichiara il Parroco don Ciro Esposito – ogni anno celebra il ricordo dei martiri Ciro e Giovanni patroni principali della città di Vico Equense, avvenuto il 303 d.C. ad Alessandria d’Egitto. Quest’anno accogliendo le indicazioni dagli orientamenti pastorali con la gioia del Vangelo nella compagnia degli uomini, la nostra comunità vuole condividere la gioia della festa con Dio, con la famiglia e con le comunità circostanti, come si può vedere dal folto programma stilato. I santi Ciro e Giovanni hanno condiviso la gioia del Vangelo con i loro fratelli. Nella passio dei santi si legge che avendo saputo che quattro cristiane erano state arrestate, si recarono a Canopo, sobborgo di Alessandria, per incoraggiare a non venir meno nella fede. Furono però arrestati anch’essi e condannati a morte con le quattro cristiane. Il loro esempio – conclude il Parroco – ci sia da stimolo a condividere con i nostri fratelli la gioia del Vangelo”.

di Enrico Di Palma