Una fiammella accesa

Percorso Emmaus per separati, divorziati, risposati

Lo scorso 20 dicembre, presso l’ex seminario di Castellammare di Stabia, a Scanzano, c’è stato l’atteso incontro dei partecipanti al percorso Emmaus per separati, divorziati, risposati, col nostro Vescovo, mons. Francesco Alfano. Sono stati presenti gran parte dei partecipanti che seguono il percorso, le coppie accompagnatrici con alcuni dei sacerdoti e l’équipe diocesana del servizio di Pastorale Familiare.
Con un introduzione e un breve riepilogo del percorso finora compiuto (tre incontri di gruppo) e dei futuri impegni, si è sottolineato che il gruppo di lavoro ha necessità di ascoltare i partecipanti al percorso per un monitoraggio di quanto fatto e per accogliere eventualmente suggerimenti. Così, nella semplicità del clima di famiglia, disteso ed amichevole, si sono alternate le riflessioni e le esperienze, sia delle coppie guida che  di molti dei partecipanti. L’avvicinamento iniziale delle coppie guida a questa esperienza in punta di piedi con tutti i dubbi, ansie e paure che si possono provare nel percorrere un itinerario nuovo e di grande responsabilità, ha fatto da contrappunto alla consapevolezza che si è ricevuto più di quanto si è dato.
Il confronto ha evidenziato che tutti sperimentiamo, nel rapporto di coppia, ferite, a volte appena accennate, altre volte profonde, che possono sbiadirsi, ingigantirsi o risolversi per il concorrere di tanti fattori, tra cui la disponibilità ad accettare l’altro così come è e il trovare qualcuno disposto ad ascoltarci.
Generalmente, negli incontri di gruppo, si è seguito il programma previsto ma, quando necessario, c’è stata l’opportuna flessibilità per venire incontro alle sensibilità ed esigenze dei componenti.
Un altro punto emerso è l’ottimo rapporto con i sacerdoti di riferimento, sia sul piano relazionale sia sulla conduzione spirituale del gruppo, oltre l’amichevole gestione del rapporto con i singoli e le coppie affidate, che ha facilitato l’istaurarsi di una relazione orizzontale attenta alla sensibilità altrui.
E’ stata sottolineata positivamente l’opportuna scelta di non  indurre mai le persone ad esprimere pubblicamente i propri vissuti e le proprie emozioni, rispettando i tempi del singolo, riconoscendo che, anche il silenzio, è espressione di uno stato emotivo e, a volte, può essere anche più significativo delle stesse parole.
Molto sentiti, partecipati ed emotivamente vibranti i commenti dei partecipanti che hanno espresso tutti soddisfazione per l’occasione offerta dalla Diocesi. In particolare, il clima della serata appariva tanto diverso da quello del primo incontro tenuto a Vico Equense, quando, non conoscendo la proposta, predominava ansia, insicurezza, e anche timore. In molti hanno sottolineato che, all’interno dei gruppi, si respira un clima di amicizia, di serenità, di fiducia, e si avverte la sensazione di poter contare su una nuova speranza, su una nuova occasione.
Si è riflettuto sul fatto che, chi ha accettato di partecipare al percorso proposto dalla diocesi, lo ha fatto perché aveva ancora “una fiammella accesa nel suo cuore”, che ora si è riaccesa, consentendo di illuminare il mondo intorno ed offrendo la possibilità di aprire porte che prima non si riuscivamo neanche a vedere.
Sono stati espressi ringraziamenti a favore del Papa (che ha posto le premesse) e del Vescovo che ha reso attualizzabile il percorso proposto. Un ringraziamento particolare è andato agli operatori ed ai sacerdoti che hanno dialogato con coloro che hanno avuto di fronte semplicemente come persone, senza pregiudizi.
E’ emerso che molti auspicavano da tempo una scelta di questa tipo da parte della Chiesa, tale da dare la possibilità di riscoprire in Dio il Padre amorevole e misericordioso, che non abbandona i propri figli.
Alcune persone che partecipano al cammino, hanno condiviso le difficoltà vissute in precedenza, come non si siano sentiti accettati dalla Comunità, quasi fossero degli appestati; si è rimarcato che, chi si sentiva perso, ora ha potuto provare a rialzarsi; si è riflettuto sull’esperienza di tanti sul dopo separazione, in cui si viene  assillati da tante domande a cui non si sa dare una risposta, e come, purtroppo, sia stato difficile trovare intorno a sé una persona capace e disposta a dare ascolto; si è riscoperto il bisogno di imparare a guardare con gli occhi di Dio, e non con quelli degli uomini, per capire che cosa sia la Misericordia, anche verso se stessi.
Hanno preso la parola anche i sacerdoti presenti all’incontro, che si sono dichiarati soddisfatti e contenti per il cammino fin qui percorso, osservando come, la difficoltà di affrontare un itinerario di cui non c’erano riferimenti esperienziali, si sia rilevato una forte spinta per facilitare le relazioni con le persone loro affidate, consentendo il confronto con le emozioni di coloro che hanno saputo mettersi in discussione e raccontare i propri vissuti.
Al termine, sono stati invitati tutti i presenti, sia quelli che hanno espresso pubblicamente il proprio pensiero e le proprie emozioni, sia quelli che non se la sono sentita  nell’occasione, a far pervenire le proprie considerazioni scritte in modo di poterle condividere, eventualmente, anche sul sito della diocesi.
Infine, il Vescovo ha ringraziato tutti gli intervenuti, che si sono resi protagonisti di un incontro straordinario, raccontando le proprie emozioni. Don Franco è ricorso  alla metafora del racconto di Natale, in cui si disegna una storia nuova, una realtà che è possibile realizzare, un sogno che si può concretizzare.
Fuori dalla metafora, il sogno è quello di realizzare una Chiesa Nuova, aperta, che non veda uomini vicini fisicamente ma lontani, quasi appestati, ma fratelli in difficoltà da ascoltare ed accogliere; una Chiesa che sappia essere testimone ed accompagnatrice in un processo di cambiamento possibile. Un racconto in cui non sia stata scritta la parola fine, una storia che continuiamo a scrivere, con umiltà e spirito di servizio, tutti insieme. E questa pagina nuova sono chiamati a scriverla anche i sacerdoti.
Concludendo, il nostro Vescovo, nel rispondere ai tanti ringraziamenti ricevuti,  ha detto che è lui stesso che si sentiva di ringraziare quanti gli hanno permesso di continuare a sognare il cambiamento possibile e cominciare a vederlo realizzato.
Il Servizio Diocesano di Pastorale della Famiglia