In una cornice meteo poco primaverile e accolti da una pioggia che ci è stata compagna di viaggio fino a sera, si è svolta la nostra giornata insieme: conoscersi è anche condividere un ombrello e raccontarci, e questo non è certo mancato, nel viaggio verso la arcidiocesi di S. Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. Con un cicerone davvero speciale: il nostro arcivescovo don Franco Alfano, che ci ha fatti innamorare tutti della sua precedente sede, attraverso il racconto, le visite, gli incontri, con amici vecchi e nuovi di questa bellissima terra.
Una Arcidiocesi, ci ha spiegato mons. Alfano , grande sette volte la nostra, dislocata tra valli e colline, e nata dallunione di tante piccole Chiese locali, che attraverso accadimenti storici ed ecclesiastici ha dato vita alla attuale chiesa diocesana. Una Chiesa amica, anzi sorella, a giudicare dallaccoglienza calorosa che ci è stata preparata.
Li ricordiamo e ringraziamo tutti: don Tarcisio, cultore di storia sacra ed esperto di storia della Chiesa locale, accompagnatore prezioso nellinteressante visita al palazzo vescovile di Nusco, sede del museo diocesano più grande della nostra regione, che conserva nelle sue splendide sale collezioni, opere darte, reliquari, testimonianze antiche e più recenti di una religiosità che nellarte sacra ha ben espresso la sua fede; larcivescovo mons. Pasquale Cascio, confratello ai tempi degli studi giovanili del nostro don Franco Alfano, che ci ha aperto le porte di casa della sede vescovile e della nuova ricostruita cattedrale di SantAngelo dei Lombardi; don Piero e gli amici del luogo, che ci hanno raccontato, anche attraverso una proiezione di documenti fotografici, la loro terra, prima e dopo il terribile terremoto del 1980, che rase al suolo intere zone del territorio. Sì, la memoria locale si rapporta al proprio passato proprio con gli avverbi: prima e dopo, sottolineando, evidentemente, che dopo il tragico evento niente è stato più come prima.
Il dolore è stato grande, ma molta è stata la solidarietà che hanno ricevuto, non sono stati lasciati soli in quei giorni, sono accorsi da Livorno, Firenze, da tante diocesi dItalia, dallAmerica, prodigandosi per le loro necessità non solo materiali. Tra questi proprio don Tarcisio, la nostra guida che, giovane seminarista, dal Veneto giunse in quelle terre per dare una mano.
Un momento veramente toccante è stata la testimonianza personale di chi lha vissuto e ha patito la perdita di una persona cara, che in tutti noi ha evocato i terribili momenti di quelle scosse che interessarono anch le nostre città, dei giorni di smarrimento successivi, quando, qualsiasi sia letà, giovane, adulto o anziano, si prende coscienza della fragilità della vita.
Cè da ringraziare ancora la comunità dei piccoli fratelli di Charles de Foucault, solo due confratelli, che ci ha accolto nellabbazia del Goleto, dove in un contesto suggestivo e ricco di storia abbiamo celebrato lEucaristia e ringraziato il Signore anche per il dono del nostro arcivescovo, proprio ieri ricorreva infatti il terzo anniversario del suo insediamento nella nostra diocesi.
Dovunque, nei posti da noi visitati, per strada, durante gli spostamenti da un luogo allaltro, chi riconosceva il nostro arcivescovo si fermava ad abbracciarlo, con la commozione, reciproca, degli amici che si ritrovano.
Davvero la Chiesa è questo: popolo di Dio che a SantAngelo, come a Sorrento e a Castellammare, come ovunque, celebra e ringrazia, cammina e racconta, che nella Storia, grande e piccola, Dio cè, e cammina con noi.
di Lucia di MARTINO e Patrizia de IULIO