Veglia per la giornata della Vita a Castellammare

Numerose persone, provenienti da tutta la diocesi, hanno partecipato, nonostante il tempo inclemente, sabato 2 febbraio, nella concattedrale di Castellammare di Stabia, alla veglia per la vita, presieduta dal nostro Arcivescovo, mons. Francesco Alfano. L’iniziativa, promossa dall’Ufficio diocesano di Pastorale familiare, aveva come titolo quello scelto dai Vescovi italiani per la XXXV Giornata per la vita: “generare la vita vince la crisi”.
I presenti sono stati invitati ad accogliere l’invito del Santo Padre Benedetto XVI a ringraziare il Signore che, con il dono di tutto se stesso, ha dato valore e senso a ogni vita umana e a invocare la sua protezione su ogni essere umano chiamato all’esistenza. Pur nella consapevolezza dei numerosi pericoli che oggi minacciano la vita umana per l’affermarsi di una cultura relativista e utilitarista che mette in ombra la percezione della dignità propria di ogni persona umana, qualunque sia lo stadio del suo sviluppo, i cristiani, come “popolo della vita” scelgono di celebrare questa veglia chiedendo al Signore la grazia della conversione dei cuori e dando testimonianza ecclesiale di una forte cultura della vita e dell’amore.
Dopo l’esposizione del Santissimo Sacramento, seguito dall’ascolto di una parte del Messaggio dei Vescovi italiani, sono state presentate alcune testimonianze molto significative sul tema della vita. Una volontaria dell’Avo (Associazione volontari ospedalieri), dopo aver portato una croce all’altare, ha parlato dell’impegno dell’associazione nell’assistenza ai malati, presso gli ospedali di Castellammare e di Gragnano, per alleviare le loro sofferenze fisiche, per quanto possibile, e morali e di come questo diventi un arricchimento per gli stessi volontari.
A portare all’altare l’icona della Sacra Famiglia è stato il quarto dei sei figli di una coppia che ha testimoniato l’accoglienza della vita in maniera responsabile, ma senza porre ostacoli al disegno di Dio. Affidandosi pienamente alla Provvidenza hanno sempre accettato il dono della vita, anche nel momento in cui lei è stata colpita da una grave malattia, superata la quale sono arrivati altri due figli. In conclusione hanno affermato di percepire la presenza di Dio proprio attraverso i figli e che la loro famiglia era la loro più grande ricchezza!
I canti sono stati eseguiti dal coro della parrocchia, il servizio liturgico dal parroco don Ciro Esposito. Ha concelebrato don Francesco Di Palma, responsabile dell’Ufficio diocesano di Pastorale familiare.
La liturgia della Parola è stata incentrata sul Prologo del Vangelo di Giovanni. Molto intense le parole dell’Arcivescovo che si è soffermato sulla necessità di vegliare per seguire Gesù, con tutta la fatica, ma anche la gioia che ciò comporta. L’attenzione ai poveri, ai bisognosi di cose materiali, ma anche di ascolto, di interesse è stata sollecitata dal mons. Alfano per testimoniare al mondo l’amore di Dio. “Scendere dal Tabor”, evitare assolutamente di chiudersi nel proprio stare bene, aprirsi agli altri per riaccendere la speranza, la stessa che egli ha visto negli occhi del Santo Padre, recentemente incontrato in Vaticano nella visita “ad limina apostolorum”.
Le intenzioni di preghiera curate dalla Consulta diocesana dei Laici, la recita della “Preghiera per la vita” del Beato Giovanni Paolo II e la benedizione eucaristica hanno concluso la veglia, lasciando nei partecipanti, soprattutto nelle famiglie, il desiderio di promuovere una cultura della vita accogliente e solidale, seguendo la logica del dono e l’anelito a fare famiglia in una prospettiva feconda, capace di andare all’origine – in contrasto con tendenze fuorvianti e demagogiche – della verità dell’esistere, dell’amare e del generare.

di Annaluce e Libero BERRINO