La giornata della vita: Don Salvatore Coppola visita il reparto maternità

Come ogni anno, il mese di febbraio mi dà l’occasione di vivere giornate intense ed emozionanti, opportunità di nuovi incontri, di dono e di condivisione.

All’ inizio del mese abbiamo celebrato la giornata della vita e ogni volta che, in questa occasione, vado a fare visita alle mamme nel reparto maternità, sono pervaso da grande gioia e da un desiderio forte di lode al Signore per l’ immenso dono della vita. In quest’ anno Giubilare poi è stato ancora più emozionante ringraziare il Signore e benedire le mamme e i loro bambini che sono luce nuova per il mondo e speranza di bene per il futuro. Il 3 febbraio, nel giorno in cui la Chiesa fa’ memoria di San Biagio vescovo e martire, ho condiviso un momento di preghiera con gli operatori sanitari del reparto otorino – laringoiatria e infine nel giorno della XXXIII giornata mondiale del malato ho portato conforto e presenza laddove spesso le parole sono scontate o banali o superflue.

Dove la sofferenza incalza ed è incomprensibile e inspiegabile c’è bisogno di portare speranza e di far capire con i gesti e con la prossimità che, proprio nel momento della malattia, si può fare esperienza della compassione di Dio e riprendere forza dalla consapevolezza che non si è soli perché “su quella croce dove sei inchiodato, proprio dall’ altra parte c’è Cristo” ed è talmente vicino che ” non può non sentirti”.

Ma, mentre ci si incammina, nei vari reparti, si vivono esperienze di condivisione e interscambio perché ogni volta che si dà, sempre, si riceve di più. E ti restano nell’ anima i gesti di chi tende le mani non solo per dare la terapia appropriata ma soprattutto per accarezzare e sollevare o anche lo sguardo di gratitudine di un ammalato se solo gli dici di ricordarlo nella preghiera o ancora l’ attesa trepidante di un parente al quale puoi dare sollievo rassicurando che tutto procede nel migliore dei modi.

Tutto è legato da un filo di speranza quella “Speranza che non delude ma che rende forti nella tribolazione“.

Il Cappellano
Don Salvatore Coppola