Presentata L’Accademia “Il gusto di imparare”

Don Mario Di Maio racconta gli obiettivi del progetto

Presentata L’Accademia “Il gusto di imparare” Don Mario Di Maio racconta gli obiettivi del progetto e lancia un forte appello alle istituzioni Un’occasione per la città di Castellammare di Stabia e per i giovani che la abitano. Uno schiaffo alla violenza e una porta aperta per dare risposta ai tanti ragazzi in difficoltà. L’Accademia “Il gusto di imparare”, ha le idee chiare su quelli che saranno gli obiettivi del percorso.

Alla vigilia dell’inaugurazione, il Presidente della Fondazione Fanelli Don Mario Di Maio, accompagnato dalla dolcezza che lo contraddistingue, lancia un forte appello: “C’è bisogno di corresponsabilità. Troppe le porte chiuse da parte delle istituzioni. Bisogna saperli prendere questi ragazzi e l’unico canale giusto per arrivare a loro è quello dell’affettività”. La Scuola di Formazione professionale, nasce in favore di quei giovani non inseriti o estromessi dal circuito scolastico, al fine di sottrarli alla cultura malavitosa offrendo loro la possibilità di inserirsi in un percorso educativo – formativo.

La struttura, attraverso la formazione pratica, metterà in contatto i ragazzi con il mondo del lavoro, dell’autonomia e della responsabilità individuale e sociale. I corsi saranno del tutto gratuiti ed avranno come obiettivo le seguenti competenze: lavorazione del latte e derivati, preparazione del pane e degli altri prodotti de farina, preparazione della pizza. Gli spazi in cui nascerà l’Accademia, versavano in condizioni di abbandono totale. Per anni, quell’immenso capannone industriale, è rimasto lì ad aspettare. Numerosi i corteggiatori che hanno tentato l’approccio per un fitto o un acquisto, ricevendo però sempre risposta negativa. Don Mario Di Maio, portava questo desiderio nel cuore, da molti anni.

Il taglio del nastro, alla presenza del vescovo Francesco Alfano, con la partecipazione di esperti e del Procuratore della Repubblica Luigi Riello, è previsto per martedì 30 ottobre. Comincia oggi però, un percorso di partecipazione e corresponsabilità. Sarà lanciata una campagna di raccolta fondi “Adotta un macchinario”, per la realizzazione dei corsi. Ma ciò di cui l’Accademia ha bisogno, è soprattutto “materiale umano”. Non soltanto spese da affrontare, ma in primis, ci saranno dei ragazzi da educare e a cui trasferire un mestiere. Servono volontari, serve l’aiuto di persone che mettono a disposizione il loro tempo e la loro professionalità.

Quelle aule che oggi sono vuote, saranno poi riempite da risorse umane di buona volontà. Conclude così Adele Cafiero, responsabile della cooperativa Santa Lucia: “Forse il problema dei ragazzi è che non hanno mai ricevuto proposte concrete, o meglio ancora, credibili. Arrivano da noi giovani che per un motivo o per un altro, si sono compromessi in reati più grandi di loro. Vogliamo provare ad intercettarli questi ragazzi, individuare i loro bisogni ed accompagnali”.

di Clelia Esposito