Parrocchia Maria Santissima Annunziata

Una catechesi in compagnia di Pinocchio e della propria coscienza

Pinocchio: «Cos’è la coscienza?»
Grillo parlante: «La coscienza è quella vocina interna che la gente ascolta così di rado. Per questo il mondo va così male oggi!».
(Pinocchio, Walt Disney Productions, 1940).

Tutti sappiamo di avere una coscienza; di certo non tutti siamo in grado di ascoltarla, nè di seguirla, o forse qualcuno non ne conosce veramente a pieno il significato. 

Questo é stato, per noi animatori della Parrocchia Annunziatella, l’obiettivo ultimo da raggiungere con i ragazzi nel cammino di catechesi dopo comunione: capire a cosa ci riferiamo quando parliamo di coscienza e, soprattutto, imparare ad ascoltare la sua voce.

Per riuscirci ci é venuto in soccorso un classico appartenente all’infanzia un po’ di tutti, ovvero il racconto delle Avventure di Pinocchio, tra l’originale di Collodi e la riscrittura Disney. Siamo partiti dalle origini del burattino, dal significato che assume l’essere di legno e quindi l’azione di chiudersi all’amore e a qualsiasi forma di interesse verso il prossimo, per poi passare ai personaggi focali della favola, espressione della realtà del nostro cammino di crescita.

 Abbiamo ritrovato genitori e figure guida in Geppetto e la Fatina; tentazioni di ogni giorno in Mangiafuoco, il Gatto e la Volpe e Lucignolo. Ci siamo chiesti quanto di profondamente nostro ci sia nelle decisioni che prendiamo e quanto invece sia legato a condizionamenti che provengono dal timore di vederci giudicati, esclusi o derisi.

È qui che entra in gioco la coscienza, il Grillo sempre in ritardo ma allo stesso tempo sempre puntuale nel far risalire Pinocchio dal fondo. Quella vocina che ci spinge a tendere instancabilmente verso il bene, seppur prevalga, il più delle volte, il burattino di legno che è dentro di noi.

Come fare? Qual’è il segreto della rinascita? Come realizzare, insieme al nostro protagonista, il desiderio di abbandonare il legno e diventare un bambino in carne ed ossa?

Ecco, qualcuno ha definito la coscienza come quella “strana cosa” che Dio ci ha donato per condurre il nostro comportamento e le nostre scelte tra bene e male. Allo stesso tempo questa “cosa” risulta essere tanto delicata e pertanto va curata come una pianticella, innaffiata costantemente della Sua parola. 

Questa é la chiave di lettura a cui siamo giunti con i ragazzi, trovando nella parola del Signore l’elisir della vita. L’“incantesimo” in grado di sconfiggere ogni durezza di cuore, di scalfire il legno e di dargli una forma tutta nuova, trasformandolo in carne viva e vera nelle mani benevoli di Lui.

a cura di Anna De Gregorio