Parrocchia Santissima Trinità, Piano di Sorrento

Andare incontro al creatore risorto

Dal 24 al 27 marzo si sono svolti a Pesche gli esercizi spirituali guidati da don Marino De Rosa, parroco della SS. Trinità a Piano di Sorrento, per un gruppo di persone.

Sono stati tre giorni vissuti intensamente; don Marino ha trattato due temi fondamentali per la vita di ogni cristiano:

Il dono della preghiera, perché la preghiera è un dono dello Spirito di Gesù che prega per noi. Abbiamo appreso che la preghiera è un incontro col Signore che non si improvvisa, ma si prepara con cura. Nulla di complicato ovviamente, regole semplici ma fondamentali per poter affidare al Signore le nostre preoccupazioni, i problemi, gli affanni senza mai stancarsi di chiedere! La preghiera che ha scandito questi giorni è stata anche laboratorio, imparare facendo. La liturgia delle ore è stata la nostra preghiera e l’occasione per imparare a pregare.

Il secondo tema, intenso e corposo, è stata le lectio del capitolo 21 del vangelo di Giovanni. Una pagina ricca di messaggi con al centro il dialogo tra Gesù e Pietro con un gioco di verbi molto significativo. In greco il verbo “filéo” esprime l’amore di amicizia, mentre il verbo “agapáo” dice l’amore totale e incondizionato.

Gesù domanda a Pietro: “Simone… mi ami tu (agapâs–me)” (cfr Gv 21,15)?
Prima  del tradimento l’Apostolo avrebbe certamente detto: “Ti amo (agapô–se) incondizionatamente” . Ma ora che ha conosciuto l’amara tristezza dell’infedeltà  dice con umiltà: “Signore, ti voglio bene (filô–se)”, cioè “ti amo del mio povero amore umano”.

Anche la seconda volta i termini sono uguali.

La terza volta Gesù dice a Simone soltanto: “Fileîs–me?”, “mi vuoi bene?”.
Simone comprende che a Gesù basta il suo povero amore, l’unico di cui è capace gli risponde perciò: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene (filô–se)”.

Sembra quasi che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù!
Eppure da qui nasce la fiducia che lo rende capace della sequela fino alla fine: “Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi»” (Gv 21,19).

Dio ci chiama a seguirlo dell’amore di cui siamo capaci e nell’abbandono al suo amore tutto è possibile.

La nostra vita è un percorso non solo temporale, la quaresima è questo passaggio, un cammino a volte travagliato, difficile, fatto anche di tradimenti ma con la certezza che in fondo c’è la Pasqua… questi giorni ci sono serviti per prendere coscienza dei nostri limiti e delle nostre possibilità e consentire a Dio di “abbracciare il cuore di ognuno di noi per poter risanare, rigenerare, accarezzare.

di Annamaria & C.