Presentazione del Libro

Barnaba, il leader dietro le quinte

Chi è Barnaba, il leader dietro le quinte?

Come evidenziare la grazia e il bene negli altri?

Qual è l’apporto delle voci creative nella Chiesa?

 

Ecco solo alcune delle domande sulle quali la comunità di Mortora si è interrogata domenica 7 settembre, nello spazio innovativo dello Shabbat, in occasione della presentazione di Barnaba, Il leader dietro le quinte di don Rito Maresca.

A dialogare con l’autore è intervenuta la prof. Marilù Ruggiero, arguta e appassionata lettrice, nonché divulgatrice letteraria che, nel corso di una brillante intervista ha enucleato ai circa cento partecipanti i punti salienti del libro.

Da uno spunto visivo della Lattaia di Vermeer, attraversando la lettura dei versi di Wislawa Sziborska e dei Giusti di JL Borges, si è da subito stagliata la figura portante di Barnaba.

Il libro nasce da una riflessione nel Mese di Giugno 2021: studiando gli Atti degli Apostoli, don Rito si imbatte in questo personaggio secondario, ma non gregario, che si incrocia invece in maniera preponderante con il tema della leadership.

La ricerca conduce al Mese di Giugno 2024, quando il focus è proprio Barnaba, leader nell’ombra. In un tempo in cui il ruolo di guida è associato all’immagine del potere, spesso mediatico, appare dissonante, ma ancor più incisiva, la figura di Barnaba, primo influencer cristiano: egli è colui che prende con sé Saulo convertito, ma non ancora credibile, lo accoglie a Gerusalemme e gli fa da garante per la comunità di Antiochia, consente a Paolo di divenire “l’Apostolo delle genti”. Da vero maestro, Barnaba crea altri maestri; gli viene addirittura attribuita una lettera, come avviene nella pseudoepigrafia , a dire dello spessore della sua figura nell’Antichità.

Ma è nella contemporaneità che la riflessione interroga profondamente le nostre comunità: alla scuola di Barnaba ci chiediamo quale leadership siamo capaci di esercitare oggi? Come riusciamo, se riusciamo, da Cristiani a mostrare la grazia nelle nostre vite quotidiane? Riusciamo a vedere il bene negli altri e custodirlo? Siamo capaci di sostenere e incoraggiare gli altri?

Questi interrogativi scavano nel profondo i nostri atteggiamenti mesti di Cristiani del Venerdì Santo, lontani da ogni scelta di fede che guardi positivamente il mondo.

Sul modello di Barnaba, riecheggiando il saluto del noto Don L’ Arco “Ciao, Bella Gente!”, don Rito invita  all’esercizio di incoraggiare con parole positive già nei primi 30 secondi di conversazione , facendo da subito sentire bene la persona incontrata.

Domina, così, l’immagine dell’ascensore : “Siate gli uni ascensori per gli altri”. Il Cristiano è cioè mentore e maestro che aiuta l’altro a individuare i propri carismi, a tirare fuori il meglio di sé, spingendolo verso l’alto, a fare un salto di qualità.

E segue una sinestesìa vista-tatto-olfatto: il Cristiano è l’unto, colui che profuma di Cristo, che irradia col suo profumo gli ambienti di vita. È così nella realtà?

Quelli della via, tali vengono definiti nella Scrittura i primi Cristiani, non temono di essere minoranze creative:  di nuovo la figura di Barnaba ci esorta ad accompagnare e custodire  le voci innovative , gli spazi creativi come la cornice dello Shabbat , luogo di riposo e benedizione, i progetti di leadership feconda che moltiplica talenti, superando senza timore quei modelli collaudati di antiche devozioni, talvolta così lontane dal mondo contemporaneo.

Barnaba ci insegna, invece, a  lasciare le comode e sicure posizioni di controllo per intravedere il bene che c’è ad Antiochia, “bene”-dicendo da leader, trasformando il nostro tempo e divenendo dietro le quinte noi stessi elevatori per le nostre comunità.

di Maristella Alberino

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