Parrocchia San Giovanni Battista, Gragnano

“Benvenuto futuro” l’Unità Pastorale di Gragnano incontra i docenti alla vigilia del nuovo anno scolastico

«Sarebbe bello se ciascuno di noi ritornando a scuola e incontrando i propri ragazzi dicesse nel suo cuore: Benvenuto futuro….» con queste parole don Aniello Pignataro, parroco della parrocchia di San Giovanni Battista, ha salutato i docenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado di Gragnano che per la prima volta si sono ritrovati insieme in una celebrazione eucaristica alla vigilia di un nuovo anno scolastico. In una tiepida serata di inizio autunno, tanti sono stati gli insegnanti che hanno riempito la chiesa del Carmine, ognuno si è lasciato cullare dalle parole di speranza di don Aniello che punta e crede fermamente nel futuro, in questo tempo dove l’unica certezza è l’incertezza.
La celebrazione è stata organizzata dai sacerdoti dell’Unità Pastorale di Gragnano proprio in virtù dell’inizio di un anno scolastico particolare a causa del protrarsi degli effetti dell’emergenza Coronavirus. Si è pensato agli insegnanti e a al più arduo compito che quest’anno li attende sia sul piano pratico delle restrizioni sia su quello psicologico delle preoccupazioni. Infondendo loro il coraggio di superare l’ansia dell’imprevedibile e l’ossessione dei protocolli, agli insegnanti è stato rivolto l’appello di custodire il futuro, quel futuro che gli viene consegnato nelle mani quotidianamente, quel futuro che ha il volto e i tratti di una scolaretta o di un ragazzotto. «Il futuro è qualcuno che cresce accanto a me, il futuro è qualcuno con il quale condivido un tratto della vita, il futuro è questo esercizio concreto e continuo nel dare e nel ricevere, l’un con l’altro e l’un per l’altro, in questo esercizio noi costruiamo un mondo possibile. Come è vero che nella scuola si costruisce il mondo possibile….» continua con dolce fermezza don Aniello mentre risuonano le armoniose note delle campane della chiesa madre di Gragnano.
Un pensiero è stato rivolto anche a tutti quei ragazzi che riempiono le pagine di cronaca «…questi fatti dicono che c’è un’emergenza terribile, ma non sono alunni delle nostre scuole? Sono nostri alunni, li avevamo nelle nostre classi, ci siamo ritrovati a parlarne nei consigli di classe…la scuola non li ha scalfiti, la scuola non li ha toccati o meglio noi non li abbiamo scalfiti… questi atti di nefandezza significano che qualcosa è successo dentro di loro e come comunità scolastica non possiamo non sentirci chiamati in causa, non possiamo non sentirci responsabili, perché la responsabilità morale unisce il mondo….» continua don Aniello nella sua omelia citando Karl Jaspers, un filosofo del Novecento.

Echeggia infine con vigore e carisma l’invito a guardare Maria «che ha fatto la sua parte nel processo educativo della storia, Maria che non ha mai smesso di fare la sua parte in maniera concreta, che non si è fermata davanti agli ostacoli. C’è tanto da fare e dobbiamo fare la nostra parte, ma in questo tempo un poco in più…è un anno che attende da ciascuno di noi un impulso maggiore di responsabilità, di passione e di audacia»

di Ilaria Verderame