Che bella scuola è quella di Gesù

di Licia D’AURIA

Domenica mattina, 27 settembre 2015, docenti, dirigenti, studenti e famiglie hanno risposto all’invito di partecipare a una celebrazione eucaristica preseduta dal nostro vescovo don Franco per inaugurare il nuovo anno scolastico.
All’altare di Dio studenti, insegnanti, genitori e dirigenti hanno presentato le loro preghiere e offerto gli strumenti didattici necessari per un efficace processo di insegnamento-apprendimento.

La direttrice per l’IdRC prof Maria Rosaria Titomanlio ha presentato, prima della celebrazione, l’iniziativa programmata dall’uffico IdRC e l’ufficio per la pastorale scolastica, sottolineando la necessità di operare in sinergia per il bene della scuola, considerato il difficile momento che essa sta vivendo. Una scuola complessa che ci richiama all’urgenza di una fondamentale educazione ai valori.

Il nostro vescovo, poi nell’omelia ha preso spunto dalla lettura del Vangelo di questa domenica per farci riflettere sull’importanza del compito che in quanto operatori di una comunità scolastica, educatori ci è stato affidato. Non a caso Gesù nel Vangelo di oggi si presenta con una certa autorevolezza, quella che ogni buon maestro dovrebbe avere. Anch’Egli coi suoi discepoli aveva formato una scuola. Ma la sua grande azione educativa è portare a compimento il progetto di Dio, e Gesù lo fa con pazienza e correzione. Allora l’invito è guardare a Gesù come il grande educatore per condividere con lui la responsabilità dei fratelli che ci sono stati affidati. Cosa imparare da Gesù? Innanzitutto il non farci trascinare dallo zelo eccessivo, ma operare con tolleranza. Occorre che impariamo a riconoscere il bene ovunque siamo chiamati ad operare.
E’ questo il compito di ogni credente discepolo di Gesù, qualunque sia il compito che svolgiamo nella scuola:  quello di aprire gli occhi e il cuore per individuare i germi del bene che Dio semina negli altri. Riconoscere ciò che lo Spirito del risorto opera. Perché Dio agisce così.
In questo modo non sarà più tolleranza il nostro operare, ma sguardo lungimirante. Così non escluderemo nessuno di coloro che ci sono stati affidati . Tutto questo è bellissimo, ma impegnativo perché Gesù ci ricorda che occorre l’attenzione ai piccoli, per condizione. Ecco l’altro elemento indispensabile, la solidarietà. Rispondere con gioia e coraggio ai bisogni di coloro che secondo la cultura del tempo vengono scartati. Come ribadisce anche papa Francesco  la nostra è “la cultura dello scarto”.  Allora, non scandalizzarci né scandalizzare impedendo a questi ultimi una crescita. Si tratta di una scelta coraggiosa e coerente quella di metterci dalla parte degli ultimi.
Tolleranza, apertura, accoglienza e solidarietà: questi gli ingredienti per contribuire alla realizzazione del disegno di Dio. E a tutti i credenti è stato dato lo Spirito del Signore per la realizzazione di questo fine.

“CHE BELLA SCUOLA È QUELLA DI GESÙ”. I discepoli che stavano con Gesù e andavano con lui a Gerusalemme, ma non condividevano con lui la scelta che avrebbe dovuto soffrire. Ma l’amore ha il coraggio di ammettere anche gli insuccessi.
Gesù, allora ci mette in guardia, anche noi come i suoi discepoli possiamo diventare un ostacolo al progetto di Dio. Allora occorre una scelta radicale per vincere il male in noi ed essere educatori credibili. Non siamo perfetti e integerrimi, ma fratelli e sorelle bisognosi di sostegno reciproco. Solo con una presa di coscienza dei propri difetti e un cammino di fede e di conversione autentico possiamo prendere consapevolezza del dono ricevuto e della missione che abbiamo da compiere, chiedendo a Lui la forza e la presenza del suo Spirito.