Parrocchie di Piano di Sorrento

Fischio d’inizio: le parrocchie di Piano di Sorrento salutano il mese mariano

Lunedì 31 maggio, a conclusione del mese mariano, mi piace chiamarlo così, le parrocchie di Piano, di Trinità e di Mortora si sono ritrovate in unico abbraccio. Quell’abbraccio che ha unito Maria di Nazareth, l’emorroissa e Maria di Magdala.

A San Michele, le omelie sono state attente a raccontare il pianto della Maddalena che non trova più il corpo di Gesù al sepolcro e ne avverte così forte la mancanza, da volerlo trattenere ancora per sé. Solo sentendosi chiamare per nome, Maria riconosce il Rabbunì e diventa la discepola di Cristo.

A Mortora, l’attenzione è stata rivolta all’annunciazione di Maria, alla sua visita ad Elisabetta ed poi al canto del Magnificat; attraverso i verbi prega, ama e condividi, si è tracciato un cammino di passaggio da una Chiesa vecchia, seppur gravida, ad una Chiesa bella e feconda!

A Trinità invece si è raccontato della donna emorroissa che, piena di sofferenze, ha scelto di compiere un ultimo gesto: mettere avanti a sé l’unica cosa che non l’aveva ancora abbandonata e che l’aveva spinta ad arrivare fino a Gesù, la fede in Lui.

I tre itinerari hanno raccontato di una Chiesa rappresentata da tre donne diverse, ma unite dall’amore in Cristo e dal desiderio unico di compiere la Sua volontà e non la loro!. 

Questo è quanto è emerso lunedì sera nel centro parrocchiale Mons. Antonio Zama: non c’era la parrocchia di San Michele, o quella di Trinità, o quella di Mortora. C’ era la Chiesa unita nell’amore per, di ed in Cristo. Quella Chiesa che abbiamo sempre sognato e desiderato. La Chiesa di tutti, senza confini o barriere, pur preservando le singole identità parrocchiali.

Mi piace pensare alla mia Chiesa come alla Chiesa di tutti, che unisce e mai divide, come all’incontro di persone che si sono sempre cercate e si trovano, come all’inizio di un cammino che, seppur in salita, senti forte di cominciare.

Su quell’’altare lunedì non si è soltanto concelebrata l’Eucarestia; per una magnifica Dioincidenza, in quel campo sportivo si è fischiato il calcio d’inizio di un tempo di Grazia, che profuma di ripartenza e di rinascita! 

A testimonianza della ripartenza di una chiesa bella e feconda, si è svelata la statua proprio quella sera, immagine di una donna in attesa, con su scritto: “Ognuno cresce solo se sognato“.

a cura di Emilia Russo