“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi.” (Giovanni 15,12)
Nella giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, come cristiani, siamo chiamati a riflettere sul significato più profondo dell’amore evangelico: un amore che accoglie, ascolta, include.
Un amore che non esclude nessuno.
L’omofobia, la transfobia e ogni forma di discriminazione non appartengono al Vangelo.
La Chiesa, come comunità in cammino che si ispira a Cristo, è chiamata ad essere casa per tutti: per chi cerca Dio, per chi è ferito, per chi ha bisogno di ascolto, comprensione, rispetto.
Non si tratta di ideologia, ma di umanità. Di prendersi cura di tutte quelle persone che spesso si sono sentite rifiutate, non comprese, messe ai margini.
Che questa Giornata sia un’occasione per aprire il cuore, abbattere i muri e costruire ponti.
Per essere una Chiesa che somiglia sempre più al sogno di Dio: una famiglia dove ciascuno ha un posto e nessuno è lasciato fuori.
Anche la nostra Diocesi ha intrapreso un percorso di Pastorale dell’Inclusione sognando per la nostra chiesa locale, e non solo, una realtà capace di farsi braccia aperte per accogliere, comunità sensibile capace di accompagnare ogni storia umana, senza distinzione. Custodi, che le mani di ciascuno di noi possano essere davvero, per quante e quanti incontriamo, mani di cui Dio si serve per amare.
Alessandro
Pastorale dell’Inclusione
