Sabato 22 Maggio si è celebrata in tutta la nostra Arcidiocesi , la Veglia di Pentecoste .
Come da tradizione questa veglia viene organizzata dalle Unità Pastorali riunite per l’occasione ma purtroppo a causa del Coronavirus e delle disposizioni sanitarie governative, l’Unita’ Pastorale 7 di cui fa parte la mia parrocchia, non ha potuto riunirsi tutta e come lo scorso ha celebrato insieme alla Parrocchia dello Spirito Santo . La partecipazione dei fedeli è stata copiosa anche grazie alle grandi dimensioni della Concattedrale che puo’ accogliere fino a 199 fedeli.
Ha presieduto il novello sacerdote e nostro vice-parroco, Don Antonino Gargiulo.
La celebrazione si e’ aperta con il “Lucernario” proclamato dal Diacono Luigi Russo il quale ha letto un passo di Atti 2,1-5 e dopo il canto d’invocazione allo Spirito Santo si sono presentate davanti all’Altare 7 fedeli appartenenti alle due comunità parrocchiali, che ad ogni invocazione hanno acceso dal Cero Pasquale ,simbolo di Cristo luce del mondo, le 7 lampade poste su di esso.
Don Antonino Gargiulo ha poi pronunciato l’Omelia ,queste le sue parole:
“Dobbiamo distinguere la nostra “sete” dobbiamo ricevere la medicina che guarisce i nostri mali !E qual è il Virus che ci fa piu’ male? E dal quale dobbiamo difenderci? Il virus più pericoloso per un cristiano è quello dell’egoismo e della solitudine che rappresentano tutto l’opposto di ciò che stiamo vivendo stasera, sono due facce della stessa medaglia perché insieme corrodono la nostra vita perché c’inducono a pensare di poter fare a meno degli altri ,corrodendo la nostra anima. Allora come superare questo pericolo? Quale vaccino prendere per curarci e salvarci? La cura è lo Spirito Santo che è già dentro di noi ,Egli è la prima dose che già ci nutre e ci cura da dentro. E come prendere questo vaccino??Certamente non da soli , si prende necessariamente insieme agli altri vivendo uniti nella Comunità, infatti non c’è Spirito Santo se non c’è Comunità, perché la mia vita non è soltanto la mia ma vive e si nutre solo insieme ai fratelli, proprio come pronunciato da Papa Francesco: ”Nessuno si salva da solo”. Come tutti i vaccini anche quello dello Spirito Santo ha bisogno del richiamo e il suo è l’Eucarestia .In ognuno di noi abita dunque lo Spirito Santo ma a volte guardiamo all’altro come un pericolo ,un nemico che puo’ contagiarci e allora agiamo con disprezzo e superiorità mettendoli da parte. Per non farci contagiare da questo virus dobbiamo guardare all’altro come Tempio dello Spirito Santo proprio come ci guarda il Signore e insieme volgere il nostro sguardo al cielo così come fecero la Madonna e gli Apostoli nel giorno di Pentecoste che attendevano qualcosa di bello ,di grande , perché ciascuno di loro aveva riconosciuto nell’altro il Tempio dello Spirito Santo e insieme avevano invocato la Sua discesa non per tenerselo dentro ma per portarlo agli altri che erano fuori ,nel mondo e viverLo nella pienezza .”
Dopo la liturgia Eucaristica i sette fedeli che all’inizio della celerazione hanno acceso le lampade le hanno prese e ciascuno di loro ha fatto accendere ai fedeli delle piccole lucerne ,con la raccomandazione di tutti e quattro i concelebranti di cercare di portarla accesa a casa e di essere fiammelle dello Spirito Santo.
La celebrazione ha avuto termine con lo spegnimento del Cero Pasquale.
Un bell’esempio di Comunione è stato mostrato dato i cori delle Parrocchie: Kalispera, Santa Maria della Pace e Spirito Santo i quali nonostante le loro belle diversità musicali e canore ,hanno reso il servizio liturgico più bello ed emozionante fino alla fine.
a cura di Francesca Tramparulo