Insegnanti di religione: la “gioia” al centro di un incontro formativo con Luciano Tagliacozzo

di Giovanna CELENTANO

Lunedì 27 aprile, alle ore 16, ci siamo incontrati presso la parrocchia di don Modestino per un incontro di formazione. Abbiamo condiviso tutti la gioia di avere con noi un grande relatore, ossia, il prof. Luciano Tagliacozzo, dottore in studi ebraici presso il Collegio Rabbinico Italiano.

Il tema è stato “Joy wish/Je wish”; la gioia ha fatto da cornice per tutta la serata, che ha visto poi una presenza unica con i maestri di musica ebraica: la violinista Angela Yael Amato e suo figlio violoncellista Alessandro Parfitt. Essi, ci hanno allietato con diversi brani musicali che raccontano e invitano alla Gioia, quella vera, quella che porta alla FELICITÀ del cuore. Un grande momento molto ricco di emozioni intense che è arrivato fino alla profondità, dove l’uomo si incontra con il suo infinito.

Il tema della gioia annunciato dal prof. Tagliacozzo è radicato nei diversi salmi che inneggiano alla sposa; dirà Isaia: “Come lo sposo gode della sua sposa, così godrà su di voi lo spirito di Dio”.

La Gioia in una prima dimensione di avvicinamento tra DIO e la terra. Ci riporta al tema della “comunione”, “come è bello che i fratelli stiano insieme”, lo stare insieme diventa gioia da condividere è una gioia che riporta alla Soavità cioè la Felicità come valore religioso autentico.

Nella dimensione messianica la gioia ci fa scoprire la Festa dello Shabbat come tempo di riposo e di cessazione dal lavoro, il sabato come tempo e sposo di Israele, come attesa ed accoglienza dell’era messianica di Pace.

La terza e ultima dimensione universale della GIOIA è quella dell’Amore riferita a tutta la creazione; essa si rifà alla promessa della terra, nell’attesa della dimensione messianica. E la Jerushalom (Gerusalemme) sarà unificata, la città del cielo a quella della terra e viceversa. Sarà unificata in un era di shalom. Pace per tutti.

Dopo l’ascolto di musica, tra cui danze ed inni ebraici, il prof Tagliacozzo ha spiegato i vari oggetti utilizzati dal pio ebreo durante la preghiera ebraica: il copricapo, lo scialle, i filatteri, il candelabro ed il rotolo della torah .

L’incontro è stato un momento di pura “grazia” allietato da una musica divina che ha riportato ogni presente in una dimensione di vera Pace.

Credo che la “formazione” sia innanzitutto “scoprire” chi siamo, quali sono le nostre radici quelle autentiche-vere, da dove il nostro Maestro è partito, con il proprio vissuto, come abbia pregato, mangiato, gli usi e i costumi del suo tempo.

Credo che la “formazione” significhi “vivere” momenti di Gioia, una gioia che ci interpella, ci rende fratelli pur con cultura e credo diversi.

Credo che “formazione” quella alta nasca solo e sempre da un confronto sulle verità che ci accomunano, ma anche su quelle che ci rendono diversi.

Dobbiamo insieme ricercare un “dialogo” per poter seminare sempre, ovunque e comunque semi di Pace attraverso la GIOIA. Allora e solo allora capiremo cosa significano il sottotitolo del tema “Grande obbligo è essere felici in eterno”.