Cattedrale di Sorrento

La Cattedrale di Sorrento accoglie le famiglie ucraine con un corso di lingua italiana

Gloria all’Ucraina! ( Слава Україні!, Slava Ukraïni!) è un saluto dei nazionalisti ucraini. È spesso accompagnato dalla risposta Gloria agli eroi! ( Героям слава!, Herojam slava!)

Lungi da noi associarci a una deriva nazionalista o populista o entrare da improvvisati tuttologi nei meandri complicatissimi di un conflitto assurdo e doloroso che solo la storia saprà raccontarci e giudicare in tutti i suoi aspetti e le irrisolte contraddizioni. Ci piace però soprattutto la risposta a questo grido/saluto dei nostri amici ucraini che sembra spostare il tiro sugli “eroi” piuttosto che su una nazione.

Va da sé che gli eroi a cui si riferisce questo saluto tradizionale, sono quelli che combattono per il proprio popolo, ma noi vorremmo ancora un pò spostare il tiro e pensare ad un altro tipo di “eroismo”, quello di chi combatte per difendere la dignità di ogni donna e di ogni uomo di questa terra che “geme e soffre come una donna le doglie del parto”. Sono tanti i “combattenti della quotidianità”, eroi nascosti, discreti, o – come li chiamerebbe papa Francesco “i santi della porta accanto” – uomini e donne che ogni giorno sono chiamati a lottare contro umiliazioni, privazioni, condizioni di indigenza, di fragilità, di solitudine.

Come sono tanti quelli che nella nostra comunità stanno silenziosamente ed “eroicamente” raccontando la propria capacità di farsi prossimi, vicini e partecipi delle sofferenze di famiglie, donne e bambini fuggiti dal loro paese, l’Ucraina, e arrivati nel nostro territorio anche grazie a precedenti legami (quelli di bambini ormai cresciuti che frequentavano le famiglie della penisola dopo la devastazione di Chernobyl ai legami di figlie e nipoti di badanti che servono con dedizione i nostri anziani). Canoniche parrocchiali, case religiose, conventi, famiglie…in tanti hanno deciso di accogliere tra le proprie mura questi nostro amici. E in tanti si stanno adoperando quotidianamente con le proprie risorse, il proprio tempo, le proprie competenze per rendere più leggero il fardello di questa migrazione forzata e dolorosa.
In alcune di queste foto momenti e scatti di questa esperienza di prossimità e di condivisione che ci vede incontrare due volte alla settimana queste nostre sorelle e i loro figli per ascoltare le loro esigenze e per proporre un piccolo corso di lingua italiana. In altre foto invece la preparazione di un carico di alimentari, vestiario nuovo e materiale per l’igiene offerto da Federalberghi che è stato già consegnato ad un orfanatrofio di Leopoli, su richiesta di un’associazione Scout ucraina.

Continuiamo a condividere la fatica e il dolore di tanti, o almeno proviamoci.

La leggerezza e il clima di “distrazione di massa” che caratterizza questa stagione in una località turistica come la nostra ci impiega veramente poco, con il semplice cambio di una vocale, a rendere la distrazione fonte e causa di distruzione…soprattutto delle nostre coscienze.
Cattedrale di Sorrento