Cattedrale di Sorrento

La comunità della Cattedrale di Sorrento e i missionari Comboniani di Castel Volturno

Riscoprire la missione è un percorso fatto di passi quotidiani, e il 19 dicembre, quarta domenica d’Avvento, la parrocchia della Cattedrale di Sorrento ha vissuto una tappa assolutamente coinvolgente. Abbiamo infatti avuto la gioia di ospitare padre Daniele Moschetti della comunità dei padri Comboniani di Castel Volturno e alcune signore impegnate nel progetto di sartoria solidale “Action Women”.

Padre Daniele, missionario da quasi trent’anni, ha vissuto per più di vent’anni in Africa, tra Kenia e Sud Sudan, e ha svolto anche un ministero di Giustizia, Pace e Riconciliazione
presso l’ONU e il Parlamento degli Stati Uniti tramite VIVAT international. Da circa due anni vive il suo servizio missionario in Italia, a Castel Volturno, in una zona martoriata dalla camorra e dove si sente forte il dramma di tanti che vivono senza documenti in regola e perciò sono sempre a rischio sfruttamento. Qui è impegnato in una delle poche parrocchie personali e non territoriali d’Italia e presso il Centro Fernandez, che da 25 anni è luogo accogliente per migliaia di migranti provenienti dall’Africa e dall’Est Europa.

In questa domenica, anticipo delle festività natalizie, padre Daniele ci ha aiutato a riflettere attraverso l’omelia nelle celebrazioni eucaristiche parrocchiali e soprattutto in un incontro di fraternità vissuto con gli operatori pastorali e introdotto dal nostro vescovo Francesco. Qui, partendo dal tema dell’attesa e dall’icona dell’incontro tra Maria ed Elisabetta, la riflessione si allargata alla necessaria corresponsabilità nella missione da parte di tutto il popolo di Dio, necessità che vediamo in maniera più chiara mentre ci prepariamo a vivere
e a celebrare la fase preparatoria del cammino sinodale della Chiesa universale e della nostra Chiesa locale; questa corresponsabilità, vissuta in pienezza, è la chiave per essere
parte attiva nel disegno di Dio, proprio come Maria ed Elisabetta. Solo in questo modo un figlio (metafora di ogni azione relazione con l’altro) non è solo frutto di un atto riproduttivo – comune anche a piante e animali – ma neanche solo concepimento o procreazione, ma un vero e proprio atto di con-creazione in cui ciascuno è chiamato a farsi parte attiva dell’opera di Dio.

Di questa capacità di farsi “concreatori” padre Daniele e i tanti volontari che lo affiancano danno la loro testimonianza ogni giorno tramite l’impegno nell’associazione “Black and White” in cui a prescindere dalle origini siano garantiti a tutti il diritto all!educazione e all!istruzione, il diritto alla salute, il diritto a vivere dignitosamente, il diritto allo sport e al tempo libero, il diritto al lavoro, il diritto all!informazione…il diritto ad una vita bella.

E’ questo anche il tentativo arricchente e speriamo fecondo con il quale nella nostra comunità sono accolti presso l’ex Seminario ad opera della Caritas diocesana e grazie ai
corridoi umanitari una famiglia proveniente dall’Eritrea e presso la casa parrocchiale 4 ragazzi provenienti dal Mali, dal Gambia, dal Sud Sudan e dalla Nigeria; quest’ultimo, Endurance (per noi tutti Eddy), proveniente proprio dalla “frontiera” di Castel Volturno fa da ponte nella costruzione di un’amicizia bella e necessaria.

a cura di Don Mario Schisano