le parrocchie

La Festa di San Catello della Concattedrale di Castellammare

La festa del Santo Patrono è sempre un evento importante per ogni parrocchia, di solito il momento centrale per la religiosità popolare, è la Processione del Santo per le vie della città seguita dalla Celebrazione Eucaristica. Quest’anno la pandemia ha impedito in ogni parte del mondo di celebrare le feste religiose nelle modalità a cui eravamo abituati, infatti nella mia città e nella mia parrocchia il 19 Gennaio si è celebrata la Solennità di San Catello patrono di Castellammare di Stabia e compatrono della nostra Arcidiocesi, in un modo nuovo e particolare .

Il nostro parroco don Antonino D’Esposito ha affermato che: ”I santi sono stati coloro che hanno vissuto nella storia del proprio tempo senza mai separare la vita dalla fede affrontandone quotidianamente problemi e difficoltà ed essendo la nostra un epoca di cambiamenti bisogna vedere il nostro Santo Patrono  accanto a noi sempre e a Lui rivolgerci nel tempo della prova” e ha organizzato tre Conferenze trasmesse in diretta streaming ,dal titolo ”Con San Catello in compagnia degli uomini nel tempo della prova“

La prima Conferenza ha avuto come tematica “La famiglia: tesoro nascosto” ed è stata curata dai coniugi  Nino Di Maio (Presidente regionale del Forum per le famiglie) e Pina Elefante.

Nino Di Maio ha fornito una panoramica sulla famiglia sulla base di alcuni dati ISTAT molto preoccupanti riguardanti l’abbassamento della natalità, l’innalzamento dell’età per formare una propria famiglia e infine  il dato più doloroso che riguarda la fuga dei giovani verso il nord o l’Europa che negli ultimi anni ha visto partire oltre 1000 giovani stabiesi. Pina Elefante ha continuato la tematica affermando che la famiglia è il luogo più adatto alla relazione perchè è in essa che nasce e si sviluppa e perciò è giustamente chiamata “il tesoro nascosto” ma per esserlo c’è bisogno che ogni componente del nucleo familiare faccia la propria parte soprattutto se si ricopre il ruolo di genitori educando i figli ai valori umani e cristiani.(per visionare l’intera conferenza: https://www.facebook.com/sancatellocastellammaredistabia/videos/162311258658439)

La seconda Conferenza è stata curata da Don Alessandro Colasanto (Responsabile del servizio pastorale del lavoro, del mare e Presidente della Fondazione O.I.E.R.M.O) ed ha avuto il tema :”Il lavoro e l’esperienza della “Banca dati Talenti” , fornendo numerosi spunti per la riflessione sul tema del lavoro oggi.

Don Alessandro citando l’Enciclica Papale “Fratelli tutti” ha affermato che il lavoro può essere visto o come qualcosa di materiale oppure come quell’occasione che ci fa essere noi stessi e ci fa tirare fuori il meglio di noi trasformando ogni lavoro in vocazione. Don Alessandro ci ha presentato il progetto ”Banca Dati Talenti” frutto della collaborazione fra la Fondazione O.I.E.R.M.O. e il Progetto Policoro, ancora in fase sperimentale ed ha come parola chiave il Talento. Il compito della banca è aiutare i giovani insoddisfatti a trovare il proprio talento tramite le loro esperienze pregresse che spesso negli standard dei colloqui di lavoro non viene fuori ed è ciò che la Fondazione cerca di fare per aiutarli a ripartire da tutto il buono che c è in ognuno. (per visionare l’intera conferenza: https://www.facebook.com/sancatellocastellammaredistabia/videos/486568172740479).

Nell’ultima Conferenza il tema è stato: ”Da San Catello al nostro tempo” a cura di Don Salvatore Iaccarino (Responsabile Servizio Ecumenico e Dialogo Interreligioso).

Don Salvatore ha affermato che è importante riaccendere il cuore alla storia del proprio popolo e scoprire che c è un filo rosso che ci accompagna: è Dio che guida la storia e ha proposto un excursus storico dei vescovi stabiesi da San Catello fino ad oggi.

Il cristianesimo a Stabiae è arrivato probabilmente dalle zone marine di Pozzuoli dove approdò San Paolo oppure dal Fiordo di Crapolla dove si crede arrivò San Pietro prima di approdare a Roma.

La vita di Catello è descritta dall’ Anonimo Sorrentino che riporta la presenza sia di Catello sia dell’abate Antonino nel VI secolo un tempo storico particolare di cambiamento dove scompare l’impero romano e iniziano le invasioni barbariche, un tempo di paura e smarrimento eppure c’era il vescovo Catello a cui Dio consegnò la custodia del popolo stabiese. (per visionare l’intera conferenza : https://www.facebook.com/sancatellocastellammaredistabia/videos/397598007975543)

Il 19 gennaio come già accennato, non c’è stata la processione cittadina del Santo ma prendendo spunto dalle parole di don Antonino:”Saranno i figli ad andare dal Padre questa volta….”  le Cattepax (catechiste Cattedrale e Pace) hanno chiesto ai loro bambini di farsi fotografare accanto ad un immagine di San Catello e scrivere una loro personale preghiera rivolta al Santo. Le foto arrivate sono state stampate e messe su di un pannello come se i bambini partecipassero alla vera processione di San Catello, ogni bambino ha scritto la sua preghiera nella maggioranza di esse c’era la richiesta della fine della pandemia ma alcuni hanno pregato per il lavoro, per la famiglia, per i bambini malati,per i medici e perché gli stabiesi possano avere un grande cuore e donare amore al prossimo.

Don Antonino ha previsto sei celebrazioni eucaristiche durante l’intera giornata in modo che tutti potessero parteciparvi e inoltre proprio nel giorno della festa è stato inaugurato il Canale Youtube della nostra Parrocchia, molti stabiesi lontani sono rimasti entusiasta perché hanno potuto partecipare in diretta streaming alla S.Messa sia delle 10.30,sia delle 18.30.

La celebrazione eucaristica delle 10.30 è stata concelebrata da S.E. Mons. Francesco Alfano e da molti sacerdoti della città, con la presenza delle autorità civili e militari.

Qui un piccolo passo della sua Omelia:

San Catello è espressione della testimonianza della volontà del Signore che lo ha posto a guida degli stabiesi per rimettere insieme un tessuto lacerato ed è grazie a Lui e al suo esempio che molti s’impegnano in un autentica conversione .La festa di oggi è celebrata  in un tempo di sofferenza però questo non ci deve far dimenticare la prospettiva dell’ accoglienza dove  Dio ci chiede di camminare insieme non in una religiosità che si accontenta delle forme esteriori come la Processione che pure è importante ma lo diventa  solo se possiamo camminare insieme riconoscendo Dio in ognuno dei nostri fratelli  brillando come il meriggio.”

Concludendo posso affermare che nonostante il Covid abbiamo festeggiato con grande affetto il nostro San Catello e tutta la comunità si è arricchita di questa bella e particolare esperienza.

 

a cura di Francesca Tramparulo