Ricorderemo tutti questa Pasqua 2020 come la Pasqua della quarantena, una Pasqua raccolta, vissuta senza i tradizionali riti che la contraddistinguono eppure forse, mai così attesa. Come famiglia, abbiamo realizzato il nostro angolo della preghiera con il Crocifisso, la Parola, una candela e qualche fiore ed è stato un modo per sentire ancora più forte la presenza del Signore in mezzo a noi.
Giovedì Santo per ricordare l’ultima cena e il gesto di Gesù di spezzare il pane, il nostro parroco ci ha suggerito di provare a realizzare il pane fatto in casa, per condividerlo la sera a cena con la famiglia. È stata una bella iniziativa, accolta da molti della comunità che si è trasformata anche in un momento di condivisione, è stato bello scambiarci, tramite i social, le foto del pene realizzato dalle varie famiglie e sentirci così più vicini. Abbiamo anche posizionato, accanto all’angolo della preghiera, un catino con un asciugamano, per ricordare il gesto della lavanda dei piedi.
Venerdì Santo, giorno di silenzio e di digiuno, abbiamo velato il crocifisso, rispettato il digiuno e cercato di intensificare la preghiera, ascoltando prima il nostro vescovo, poi la celebrazione del papa e infine la Via Crucis. Ci siamo ritrovati e sentiti tutti vicini nel silenzio e uniti nella preghiera
Sabato Santo è stato tutto in attesa della Veglia Pasquale, dell’ Exultet, dell’Alleluia.
L’unico gesto particolare che abbiamo compiuto è stato quello di aggiungere un piccolo recipiente con acqua all’ angolo della preghiera.
Proprio la realizzazione dell’angolo della preghiera e l’aggiunta ogni giorno, tutti insieme, di un particolare è stato un bel modo per ricordare attraverso piccoli segni che, anche in questi che sembrano essere giorni che scorrono tutti nello stesso modo, quelli erano giorni più ricchi di significato in cui concentrarsi nella preghiera e nel ringraziamento per il grande dono che il Signore ci ha fatto.
Quello che questa Pasqua in quarantena ci ha dato è stata la possibilità di vivere in famiglia e con più calma momenti di preghiera che prima non venivano vissuti da tutti perché ci si faceva prendere da altro, le uova da comprare, i regali da preparare, i grandi pranzi da organizzare.
Quest’anno invece è stato più sobrio il contorno e più inteso e sentito il necessario e cioè la preghiera, mai come quest’anno abbiamo avuto bisogno di quella speranza che solo Gesù può darci, o meglio può rinnovarci ogni volta.
La morte non è l’ultima parola e non lo sarà nemmeno il coronavirus, l’ultima parola è Gesù che ci dice : CORAGGIO IO SONO CON VOI OGNI GIORNO FINO ALLA FINE DEL MONDO, HO VINTO PER VOI LA MORTE, NON ABBIATE PAURA!
Personalmente ho capito anche la bellezza e l’importanza di far parte di una comunità, che mi è mancata, mi è mancato il ritrovarci tutti insieme per pregare, attendere e festeggiare.