La testimonianza della Caritas: le comunità parrocchiali di San Matteo e Santo Spirito

In questo tempo anche nelle comunità parrocchiali di San Matteo e Santo Spirito ci siamo ritrovati a vivere la nostra quotidianità in maniera difficile, tanti sono stati privati del lavoro, in molti ne hanno uno stagionale o saltuario così come parecchi lavorano in “nero”.

Tutti noi da quest’improvviso evento ci siamo sentiti disorientati poiché privi di libertà nei normali spostamenti come nelle abitudini quotidiane ma anche con tante domande a cui nessuno poteva darci risposta, eppure nonostante questo iniziale smarrimento, pian piano, anche grazie all’operato silenzioso degli operatori Caritas ma anche di alcune famiglie ci siamo adoperati a rispondere ai fabbisogni di quanti, per la prima volta, si affacciavano ad un nuovo status che mai avrebbero desiderato, sognato o programmato.

La quarantena avrà anche chiuso le porte di uffici, imprese, negozi, attività commerciali di ogni genere ma ha aperto il cuore e lo sguardo verso chi ci vive accanto, trasformandoci in persone più attente e più rispettose, anche dei nostri beni. Un gruppo di imprenditori della zona in collaborazione con la Caritas ha avviato una raccolta alimentare avendo come scopo quello di far sentire meno soli coloro che in questa situazione non c’erano mai finiti, facendo diventare, sempre più, le nostre comunità parrocchiali una grande famiglia. All’interno di questa macchina operativa vi sono state anche alcune donazioni per aiutare tali famiglie ad effettuare: pagamento di bollette, permettere ai bambini e ai ragazzi di studiare da casa.

Durante questo tempo è partita, inoltre, un’iniziativa dei ragazzini del “catechismo” e delle loro famiglie chiamata: il “pane di S. Rita” e il “pane di S. Anna”, nostre sante patrone, che consiste in un piccolo salvadanaio con lo scopo di aiutare i più bisognosi ma anche educare i più piccoli ad essere sensibili e generosi rispetto a questa problematica. Tanto c’è da fare, anche nei prossimi mesi, sensibilizzando ancor più i componenti delle parrocchie.

Certo è, che tutto questo, ci sta trasformando in persone più attente e con un profondo senso civico ma anche con la viva speranza di poter attraversare e superare insieme questo periodo. Ciò che abbiamo imparato a condividere potrà sembrare una goccia nell’ oceano della povertà ma una goccia carica d’amore.