Gragnano, San Giovanni Battista

Massimo Cacciari in piazza a Gragnano, un salto nella possibilità dell’essere liberi

Grazie all’intuizione di don Aniello Pignataro, parroco della parrocchia di San Giovanni Battista in Gragnano (NA), piazza Rosario è diventata per una sera il luogo del confronto e dello scambio culturale proprio come facevano i filosofi nell’antica Grecia che si riunivano per condividere il loro pensiero contribuendo parallelamente allo sviluppo della società. Protagonista di questi pensieri in piazza è stato Massimo Cacciari che lo scorso 23 giugno ha condiviso i suoi pensieri su un argomento tanto antico quanto attuale: Unde malum? (da dove viene il male?).

Il tema è impegnativo› ha esordito l’ex sindaco di Venezia ‹il male, non oggi, ma da sempre, è l’interrogativo che filosofi, teologi, uomini comuni si sono posti e continueranno a porsi….›.

Dall’inequalitas di San Tommaso dove il male è collegato ‹all’ordine naturale della creazione stessa› alle domande che si poneva Lattanzio passando per Dante e Kierkegaard, Cacciari ha incantato un nutrito, folto ed eterogeneo pubblico spaziando armoniosamente e con mirabile dialettica tra filosofia e teologia, religione e scienza.

Fulcro del suo intervento: la libertà, la chiave di volta per comprendere, o almeno cercare di farlo, la natura e le origini del male. Quello che emerge immediatamente dalle parole del Professore è che ‹siamo condannati ad essere liberi› come sosteneva già Jean Paul Sartre nel 1943. ‹Alla radice del suo essere, l’uomo ha la facoltà di fare il male› afferma Cacciari citando il male radicale di Kant e ‹altrettanto radicale è la nostra libertà che si esprime essenzialmente nell’opposto di fare il male. Dio crea l’uomo buono, incapace di fare del male. Ma l’uomo ha la facoltà di ferirsi e questa facoltà nasce dal peccato originale, Adamo ed Eva feriscono l’originaria bontà. E questa facoltà di ferirsi› prosegue il filosofo, ‹significa libertà, [….] comporta contraddizione, una lotta intradivina, [….] attraverso l’affermazione della nostra libertà agiamo all’interno di una economia divina, siamo protagonisti come lo era il figlio di quell’economia e Dio è un protagonista di quella lotta.›

Non ha dubbi Massimo Cacciari, Unde malum? ‹Da noi, il male ha certamente radice in noi, dal vulnus che la nostra natura ha, che il filosofo pensa che possa essere rimediato con le nostre forze e l’uomo di fede sostiene che ci è stato possibile superarlo grazie ad un evento che ha segnato la storia universale, quell’evento che ci ha fatto acquistare la libertà, libertà che riacquistiamo ogni volta chiedendo aiuto dal fondo della nostra angoscia, come lo è stato per Dante.  E l’angoscia giunge ad un punto per cui si soffoca e allora si compie un salto non nel vuoto ma un salto nella possibilità dell’essere liberi›.

a cura di Ilaria Verderame