Pentecoste 2023: parrocchia San Michele, Pimonte

Il 27 maggio, alle 20.45, sotto la guida del Vescovo Don Francesco Alfano, si è svolta nella Parrocchia di San Michele la veglia di Pentecoste, che quest’anno abbiamo vissuto per la prima volta dopo diversi anni come Unità Pastorale, che la liturgia cristiana celebra 50 giorni dopo la Pasqua, per ricordare la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, sugli Apostoli e Maria.

È la solennità che corona il periodo pasquale e celebra la nascita della Chiesa quale comunità dei redenti, dei “trasformati”.
La partecipazione e la condivisione attorno alla Parola, al canto, e ai segni hanno creato un clima di fraternità, di ascolto attivo e di gratitudine, perché un momento tanto solenne per ogni comunità veniva officiato dal Nostro pastore, che con paterna saggezza e chiarezza ha condotto la veglia e guidato tutti noi in una riflessione profonda sullo Spirito come grazia, ma anche come sostanziale presenza nella storia personale di ogni uomo.

Tra i misteri della Santissima Trinità, quello dello Spirito è infatti quello che mette a più dura prova la nostra comprensione e capacità di condividerlo e comunicarlo. Nella sua omelia al Vangelo di Giovanni, Don Franco ha per questo cercato, in una narrazione quanto mai concreta e autentica, di riportarlo all’umanità dei frangenti delle nostre vite, alle situazioni che, nell’affidarci all’amorevole e imperscrutabile presenza di Dio e della Sua provvidenza, vediamo inspiegabilmente trasformarsi, sciogliersi, risolversi, alle storie di ognuno che raggiungono apici e vette inaspettate, perché semplicemente lo Spirito di Dio “agisce”. E nel suo fluire, come vento, fuoco, grazia costante, ci mostra che il Signore fa la Sua parte nella nostra vita, totalmente e incessantemente, chiedendo a noi soltanto di farne esperienza, di assumere il Suo Santo Spirito come nostro stile, perché la fede non sia più né mai un fatto magico o sovrannaturale, quanto la nostra cifra, il tratto distintivo di uomini e donne che percorrono la strada tracciata condividendo con Nicodemo la certezza che “nessuno può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui”.