La Pentecoste da’ compimento alla Pasqua. Non si possono separare i due eventi!
La nostra comunità di san Vincenzo, guidata da don Roberto, si è preparata a celebrare questa solennità in compagnia di Maria, come i discepoli. Con lei abbiamo sperimentato l’importanza del silenzio, della preghiera e dell’attesa operosa. Da lei abbiamo imparato la necessità di spogliarci delle nostre velleità e farci trovare vuoti, per essere colmati pienamente dallo Spirito Santo.
Nella messa della Vigilia, dopo l’omelia, un piccolo segno ha reso più visibile il legame tra la Veglia di Pasqua e la Pentecoste: 7 persone hanno acceso le loro candele dal cero pasquale e ne hanno propagato la luce accendendo quelle di tutta l’assemblea.
Ma qualcosa di speciale ed inatteso, che porteremo certamente nel cuore dell’omelia del giorno, è stato il riconoscersi negli 11 discepoli che stanno chiusi nel cenacolo, bloccati dalle loro paure. Quanti sono immobilizzati, segnati dal dolore, dalla paura, dai dubbi. Tante situazione ci cristallizzano. Sono state incoraggianti, allora, le parole di don Roberto: “il Signore Risorto entra nonostante le “nostre” porte chiuse, soffia su di noi per donarci il suo Spirito di pace e liberarci.”
Così, spento il cero pasquale, manterremo accese le nostre lampade per portare la Sua luce nel mondo.
a cura di Patrizia De Iulio
foto di Giovanna Girace
