Parrocchia di Mortora

Piano di Sorrento, le testimonianze dei giovani “RI-BELLI”

Martedì 22 febbraio si è concluso il ciclo degli incontri per giovani dai 18 ai 35 anni, presso il Forum in Piano di Sorrento. Durante i cinque incontri è stato possibile esplorare attraverso le condivisioni dei ragazzi, le mancanze, le delusioni ma anche le aspettative che essi hanno verso una chiesa di cui vorrebbero sentirsi parte e da cui di fatto si sentono esclusi o non attratti.

Si sono confrontati dapprima in piccoli gruppi e poi in unico grande cerchio di discussione. Hanno condiviso le loro proteste rispetto ad una Chiesa che loro stessi, per esperienza personale, la prima sera hanno definito incoerente, malata e autoconservatrice.  Sono stati spronati a proporre idee e soluzioni per poter apportare cambiamenti alla Chiesa di cui vorrebbero essere parte attiva.

Il percorso si è concluso con la possibilità di scegliere la pietra come ‘arma’ per distruggere o ‘mattone’ per costruire, ma con la sottoscrizione della loro volontà a continuare un cammino di ricerca. Riportiamo i loro feedback scritti da mani leali, sincere e aperte al prossimo perché rivolte al dialogo, alla comprensione e all’accoglienza, sono quelle dei RI-BELLI del martedì sera!    

Quest’esperienza è stata per me un po’ una sorpresa inaspettata, all’inizio non ero nemmeno a conoscenza di quale fosse l’argomento da trattare o lo scopo di questi incontri, al primo mi sentivo anche un po’ spaesata essendo io di un’altro paese e  non conoscendo quindi nessuno…grazie ad essa ho capito che i giovani rappresentano e vogliono fortemente il cambiamento, che riunirsi tra di noi non significhi solo scherzare, ridere di qualcosa o parlare del più e del meno, è stato bello discutere dì argomenti così interessanti con persone che hanno voglia dì confrontarsi ed esprimere forte il proprio pensiero a riguardo…Pensavo che questa profondità di pensiero fosse cosa rara invece ho capito che non è così e che ognuno di noi può dare il suo contributo per cambiare le cose! Personalmente mi ha avvicinato alla chiesa e mi ha permesso dato che fin da piccola per una brutta esperienza ci ho sempre visto il marcio e me ne ero allontanata definitivamente. Francesca

L’esperienza che ho vissuto è stata di una Chiesa ”quotidiana” che scende realmente tra i giovani, e gioca in campo la partita della vita. Una Chiesa che non rimane sul piedistallo e detta ordini e giudizi, ma si siede accanto a noi per capirci. Asia

Per una “di dentro” è stato bello aver finalmente uno spazio dove potermi confrontare sinceramente con i miei coetanei, senza la paura di sentirmi giudicata per quello in cui credo e il mio essere attiva in parrocchia… L’ascolto e il confronto sono sempre grande occasione di crescita e ho avuto modo di ampliare la mia prospettiva. Michela 

Già dal nome del progetto “Ribellarsi, ritornare al bello” avevo capito che sarebbe stato qualcosa per cui valeva la pena impegnarsi. Ne è uscita una Chiesa bella, che si mette in discussione e accoglie entusiasta le critiche e le proposte di cambiamento dei giovani. Ne è uscita una generazione di giovani un po’ disillusa e scettica, ma con voglia di portare il proprio contributo per una realtà cristiana migliore. Ne è uscito confronto, ascolto, passione per un intento comune. Una sorta di “progetto di inclusione”, quello che a scuola propongono tanto..due mani che si avvicinano, si sfiorano..pronte ad incrociarsi. Il cammino è lungo, ma mi sembrano ottime basi da cui partire. Avanti così. Rossella

Esperienze che ti restano dentro dicevano,con quel tono da adulti che dall’alto del loro vissuto indiscutibile accinghiano noi più giovani, quelli che in fin dei conti della vita sanno poco e niente,con le idee troppo rivoluzionarie per un mondo così arido e imperturbabile. Eppure quella predizione si era rivelata vera,nonostante la diffidenza che noi ragazzi siamo abituati ad anteporre a qualsiasi esperienza siamo chiamati a vivere. Un paio d’ore una volta settimana si erano rivelate una boccata d’aria in una vita di ansia, pesantezze e preoccupazioni. Un ambiente pulito,sincero dove gli adulti del domani hanno avuto il coraggio di parlare, talvolta anche di alzare la voce di fronte ad atteggiamenti che troppe volte siamo tenuti ad assumere. Abbiamo parlato di Chiesa,società,convenzioni sociali e idee retrograde che siamo disposti e tenuti a cambiare. Nessun discorso iconoclasta o lapalissiano,solo esperienze vissute in prima persona,talvolta con rabbia ed emozione,sempre con sincerità e mai con cattiveria. Ha superato le aspettative,da domani so che avremo un briciolo di speranza in più nel mondo che vivremo e che non avremo paura di ribellarci. Annalisa

L’esperienza di discussione e ascolto vissuta in questi appuntamenti ha dal primo incontro suscitato interesse in noi: due ragazzi di forte educazione cattolica, poi in contatto con l’apertura della speculazione filosofica e pertanto scettici sugli insegnamenti imposti. La posizione in ascolto di Giulia e dei parroci hanno lasciato luogo ad ogni opinione, riconoscendo il giovamento delle proprie nello scambio. Sull’ambiente sociale dei ragazzi partecipanti, quanto scriviamo trascenderà il giudizio dei singoli in virtù di un sincero e onesto criticismo al collettivo; Difatti l’affetto che proviamo per i compagni conosciuti non può impedire che si dica, questo contesto, comunque invincibilmente limitato dalla cultura che inconsciamente condiziona il pensiero e pone una premessa non scontata: la fede in D/d-io. È da qui, in nostra analisi, che va principiata la ristrutturazione teorica socio-istituzionale della chiesa: non solo nei suoi aspetti interni, ma pure nel mutamento culturale che reca noi giovani a non credere più in D/d-io, ad allontanarci da quei templi della vecchiaia percepiti così distanti, in cui i canti e le litanie suonano come parole vuote, ridicole e insignificanti, rivolte a nulla, distaccati come i tomi di scuola. Le proposte pratiche sono risultate prevedibilmente ed ineludibilmente più scarse ed insufficienti, ma comunque interessanti.  Questo gruppo lo considero una di queste iniziative pratiche ed efficaci, che è produttivo a replicarsi a candenza da definirsi in ogni realtà cristiana sul modello proposto. Riparta da persone e spazi simili la salvezza (paradossalmente) della chiesa, poiché qui abbiamo riscontrato un dialogo che quasi sempre è ostacolato da fedeli arroccati nelle proprie convinzioni. Aniello ed Eduardo

Il nostro desiderio è che quanto ‘raccolto’ in questi incontri, non resti solo il risultato di un’esperienza fine a se stessa; così come la sinergia con il Forum dei Giovani di Piano di Sorrento, col suo presidente Giuseppe Arpino, la rappresentante delle politiche giovanili del Comune di Piano di Sorrento Monica Russo, che ringraziamo, insieme a Don Catello, prezioso compagno di viaggio. Il nostro grazie di cuore è rivolto ai RI-BELLI che hanno partecipato inquieti e formidabilmente vivi, chiedendo semplicemente ascolto, supporto e attualità. E’ per questo che come Chiesa che non vuole deludere, chiediamo di accogliere le loro richieste e dare un seguito alle loro proposte.

                                                                                                      a cura di Giulia Arnese