Sant’Antonio alle Chianche, la famiglia De Simone rinnova la tradizione del centro antico

Si rinnova la tradizione di Sant’Antonio alle Chianche, nel centro antico di Castellammare di Stabia. Nel quartiere di Santa Caterina una devozione senza fine, quella della famiglia De Simone tramanda di madre in figlia da circa ottant’anni.

“Da qualche anno a questa parte non riusciamo a replicare come vorremmo ‘Il pranzo dei puverielli’, durante il quale il nostro quartiere si trasformava in una vera e propria tavola imbandita di ogni bene, primo fra tutti la fratellanza. Ci siamo anche resi conto, però, che questo nuovo aspetto di vivere la tradizione, funziona. Da due anni portiamo avanti un servizio di asporto che le persone del quartiere gradiscono molto, e questo ci riempie di gioia” – le parole di Lella De Simone, che ci ha aperto il cuore e le porte di quella che è la sua seconda casa.

Non immense cucine di grandi chef, ma un umile garage. È lì che tutto si svolge, in quello che un tempo era il negozio di abbigliamento della famiglia De Simone. Ben tenuto, curato, accogliente, con tanto di cucina, legno pronto ad ardere e immaginette votive. Uno spazio d’amore verso il prossimo, che continua a nutrirsi dello spirito della fede.

La mia famiglia è sempre stata devota a Sant’Antonio alle Chianche, fin dai tempi del secondo conflitto mondiale, la povertà di tanti stabiesi trovava conforto e sostegno nella tavola imbandita all’interno degli antichi vicoli cittadini – continua – Un tempo i miei cari organizzavano con la gente del quartiere molte attività, tra cui la corsa dei sacchi e la pignatta. Ancora oggi, ognuno contribuisce alla festa come può. Il servizio mensa, gode del supporto e del sostengo delle famiglie e dei commercianti del quartiere. Quest’anno siamo felici di ospitare e condividere il nostro pane anche con la Caritas Diocesana”.

Il centro antico di Castellammare di stabia, vive di numerosi tradizioni e festeggiamenti, legati alla figura del Santo, questo delle Chianche è particolarmente legato alla storia della città.

Quando entri in Piazza orologio, ti immetti subito in Via Dogana Reggia, quella una delle porte attraverso le quali si entrava nell’antica zona di Stabia. Il cuore del centro antico. Un tempo, parliamo delle 1700 – 1800, qui era zona di mercato e di passaggio per il bestiame e c’erano tante macellerie ecco perché alle viene chiamato alle chianche” – conclude.

La famiglia De Simone proprio non vuole saperne di lasciar andare questa tradizione, lo dimostra l’ultimo arrivato, il piccolo Tobia. È vestito a festa, ha solo quindici giorni e respira il vento della solidarietà. Lella e suo marito Maurizio Barbato hanno tre figli maschi, Antonio, Germano e Matteo Maria, sono proprio loro che anche quest’anno portano in spalla Sant’Antonio, che al termine della celebrazione tenutasi presso l’Arciconfraternita di Santa Maria della Pietà e Santa Caterina, chiesa della carità, è pronto a fare ritorno a casa.

Una cappella privata, elegantissima e luminosa, accoglie Sant’Antonio che arriva in processione seguito da un corteo di fedeli. È situata proprio dinanzi al garage di Lella, che non è mai sola in questa meravigliosa iniziativa. È circondata dall’amore dei nipoti e dall’aiuto delle due nuore, Giulia e Iole, per le quali nutre un sincero affetto. Il pane di Sant’Antonio è pronto per la consegna, inserito con accuratezza in appositi sacchetti bianchi. Santa Caterina è un’esplosione di fuochi e coriandoli, il quartiere è in festa e i fedeli cantano alzando le mani al cielo per salutare il Santo.

Dento Santa Caterina – espressione che gli abitanti del quartiere sono soliti utilizzare – non è vero che batte poco sole. La luce filtra e si insinua nelle stradine più buie, lì dove regna l’amore verso il prossimo.

Clelia Esposito