Cattedrale di Sorrento

Sorrento, le mamme della terra ucraina in processione

“E te ne vai, Maria, fra l’altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male
nella stagione di essere madre.

Sai che fra un’ora forse piangerai
poi la tua mano nasconderà un sorriso:
gioia e dolore hanno il confine incerto
nella stagione che illumina il viso

Nei giorni scorsi, tra i mille e mille eventi che hanno acceso e stordito le nostra città di Sorrento, hanno sfilato anche loro, le mamme della terra ucraina. Sono donne arrivate in penisola, a seguito della guerra, nei mesi di marzo ed aprile scorso, ed oggi ospitate presso le parrocchie e le comunità religiose di Sorrento e Massalubrense.

Hanno con caparbietà deciso di passare tra la nostra distrazione, in mezzo alla nostra spensieratezza tutta luccicante, per celebrare anche loro il Natale e dare il benvenuto al nuovo anno. Lontano dalle loro case e dalla loro terra, ma vicine al loro popolo, cantando con fierezza e dolore il loro inno alla vita e ad una irrinunciabile libertà. Che dono inestimabile sono le mamme. E che resistenza impressionante.

Sarà per questo che il nuovo anno inizia sempre nel nome della madre di Dio, modello silenzioso e saldo di robustezza e di dolcissima fedeltà. Nel suo nome, nel nome di tutte le madri, soprattutto di quelle che custodiscono nel petto il dolore di insopportabili e continui martìri, ci immergiamo nel tempo, nuovo o vecchio che sia non ha importanza, fidandoci di ciò che è, di ciò che è stato, di ciò che sarà, di quello che Dio ha in serbo per noi, in questa “stagione che stagioni non sente.

Al termine della priocessione, che si è conclusa dinanzi al presepe della Cattedrale, le mamme ucraine, hanno poi partecipato ad un incontro con me durante il quale mi hanno fatto dono de “La Madonna che scioglie i nodi“, un lavoro fatto con le loro mani e ricamatio con delle perline.

Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore
povero o ricco, umile o Messia.

Femmine un giorno e poi madri per sempre
nella stagione che stagioni non sente”

(Ave Maria di F. De Andrè)

La comunità parrocchiale della Cattedrale di Sorrento.