Il Diario di don Franco da Madrid, 21 luglio 2015 ore 15.20

Madrid, 21 luglio 2015 ore 15.20

Il nostro pellegrinaggio sta per concludersi.
Tra poco celebreremo l’Eucaristia nella cattedrale dell’Almudena e affideremo al Signore il nostro cammino, perché possa continuare con la stessa gioia che abbiamo sperimentato in questi giorni belli e intensi.
È difficile esprimere in poche parole quanto il cuore custodisce con gratitudine e stupore. Sarà il ritorno alla vita quotidiana con i suoi ritmi e le sue esigenze a fare la cernita, per lasciare sedimentare i vari messaggi ricevuti e trasformare le impressioni in scelte e stili di vita.
Ogni pellegrinaggio si propone infatti di aprire nuovi orizzonti e consente di fare esperienze significative, capaci a volte di incidere profondamente sulla propria vita spirituale. 

L’intercessione della Vergine Maria ci ottenga di vivere anche noi da discepoli di Gesù, che ascoltano la sua parola e la mettono in pratica. Solo così si entra a far parte della famiglia del Signore. Il vangelo di Marco che la liturgia oggi ci fa proclamare rimanda a questa fondamentale esigenza di un ascolto concreto della Parola, senza la quale resteremo sempre fuori o sulla soglia. Anche la prima lettura, tratta dal libro dell’Esodo, rimanda a un evento fondante per la fede di Israele: il passaggio del Mar Rosso. Non potremo mai essere parte viva di questo popolo di Dio se non ci lasceremo guidare da Lui, attraverso le guide che in ogni tempo il suo Spirito ci dona. È un passaggio che richiede fiducia, esige disponibilità, facilita il cammino verso la libertà. 

Il mio pensiero va al tempo in cui Teresa d’Avila è vissuta e che questa mattina abbiamo rievocato con la visita all’Escorial, dove i re di quell’epoca risiedevano nel periodo autunnale accompagnati e sostenuti dalla preghiera dei monaci. Non basta lo sfarzo e il potere per far crescere il popolo nella vera libertà. Nemmeno è sufficiente la cultura e l’arte, se restano a vantaggio di pochi eletti. Occorre un’autentica rivoluzione, che senza mai cedere alla violenza, abbia il coraggio di rimettere la centro la dignità di ogni persona e dia a tutti la possibilità di prendere coscienza della propria umanità. Solo così si costruisce la famiglia umana e si contribuisce a rendere gloria a Dio. Lui ci ama uno per uno e ci chiama alla fraternità universale, fino a quando entreremo nella sua gloria per vivere eternamente felici nella gioia del Suo abbraccio misericordioso!