“Come un unico gregge”

A Roma un incontro internazionale sull’Evangelii Gaudium

Porto un semplice contributo della mia esperienza “romana” vissuta in questi giorni di fine settembre che potrebbe avere un respiro anche per la nostra diocesi. Si tratta dell’incontro internazionale “Il progetto pastorale di Evangelii Gaudium” organizzato, dal 18 al 20 settembre a Roma, dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Circa duemila i partecipanti. Insieme abbiamo riflettuto sul tema incentrato sull’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”. Ai lavori erano presenti 35 vescovi e 362 sacerdoti, insieme con operatori pastorali provenienti da 60 Paesi.
 
La domanda principale è stata questa: come fare arrivare l’annuncio del Vangelo alla società attuale? Innanzitutto, l’ascolto della Parola di Dio e la contemplazione della Parola di Dio. Papa Francesco è stato molto chiaro in proposito. Infatti, ha detto: l’evangelizzazione si fa in ginocchio. Una volta che abbiamo questa dimensione, per cui abbiamo di nuovo fissato lo sguardo sull’essenziale, su Gesù Cristo, sulla Parola che ci salva, la grazia trasforma il cuore e ci rende anche capaci di “partecipare ad altri” questa dimensione.
 
Ovviamente, c’è il grande tema della formazione: in che modo possiamo vivere e comunicare questa speranza, avendo al centro e a fondamento la Resurrezione di Gesù, e dare questa speranza come risposta alle grandi domande, che sono sempre presenti nel cuore di ogni persona. Quindi lontano dal pensare alla formazione e alla pastorale come qualcosa di teorico, ma come una realtà fortemente esistenziale.
In questi giorni si è respirata un’aria di speranza, di forte condivisone tra i vari partecipanti di lingua e cultura diversa. Si è potuto notare che in molte diocesi c’è una chiusura totale alla Nuova Evangelizzazione, in altre, invece, si lavora da anni; in altre ancora si è investito in termini di fiducia, economici, qualitativi come ad esempio l’esperienza del “sinodo dei Giovani” della diocesi francese de Havre.
 
L’emozione è stata forte, quando Papa Francesco, incontrandoci ci ha invitato ad uscire dalle nostre strutture mentali e fisiche, a lavorare insieme perché nessuno di noi ha “la bacchetta magica”, a guardare ai poveri; significativo l’abbraccio con Jean Vanier, profeta dei nostri giorni così definito da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Notevole è stato l’apporto di tutti i relatori; la due giorni ha toccato tutti i punti del documento, dall’aspetto più magisteriale (il confronto tra Evangelii Nuntiandi e Evangelii Gaudium) alla via pulcritudinis tenuta da padre Rupnik. Incisivo l’intervento del card. Barbarin che ha sottolineato l’importanza di guardare all’evoluzione della città (una metropoli come quella di Lione), per annunciare il Vangelo.
 
Credo che l’emozione più grande sia stata quella di sentirsi parte di un unico gregge, dove c’è spazio per tutti. L’importante è ricordarsi che il supremo pastore è Cristo Gesù, morto e risorto per noi.

 

 

di don Fabio DE BIASE