11 febbraio 2015: ricordi da Lourdes di due seminaristi

In queste poche righe cercheremo di trasmettervi quanto abbiamo vissuto a Lourdes durante la nostra breve permanenza; è stata una vera grazia vivere proprio in questi luoghi l’11 febbraio, giorno della prima apparizione, quando Maria affidò a Bernadette un compito tutto speciale: dire al mondo quanto il Signore lo ama e come ancora continua a condurlo grazie anche allo sguardo amorevole della Madre. Tanti gli occhi incrociati in queste giornate nella spianata dinanzi al santuario, luogo così suggestivo dove anche il silenzio sembra parlarci di Dio, occhi speranzosi che guardano quasi come folgorati una parete rocciosa che diventa luogo mistico in cui poter elevare a Dio suppliche e invocazioni, roccia levigata da preghiere e lacrime dei figli che si affidano alla Madre perché porti nella mani di Dio i segreti più nascosti di ogni cuore; tante anche le candele accese lungo il fiume Gave segno dell’incessante preghiera della Chiesa che come Maria desidera vivere con Dio e per Dio.
 
Portiamo nel cuore sicuramente la gioia dell’aver incontrato tante persone provenienti da ogni dove, manifestazione piena di un popolo in cammino che si ritrova radunato per cantare le meraviglie che il Signore ha compito in Maria e, soprattutto, per lodarlo per quanto opera nella vita di ciascuno; momento forte in cui abbiamo sentito questa realtà è stata la celebrazione eucaristica internazionale vissuta la mattina dell’ 11 febbraio, presieduta dal vescovo Nicalas. Sotto la protezione di Maria ci scopriamo Chiesa, il tempo di Babele sembra sovvertito, le differenti lingue non sono più una barriera ma unica lode a Dio Padre, ascoltando la Parola e partecipando alla mensa ci scopriamo tutti fratelli in Gesù che dona a ciascuno il pane di vita, necessario sostentamento nel cammino della fede. I canti, le letture in varie lingue, i volti con tratti differenti delle centinaia di preti che concelebrano ci danno realmente l’idea di un popolo chiamato dai confini della terra per sostenersi nello scorrere della storia e delle storie. Concludiamo poi la celebrazione recandoci alla grotta dove siamo invitati a fare memoria delle apparizione di Maria, momento in cui questo luogo sconosciuto è divenuto per tutti casa dove trovare riparo e conforto.
 
Scende poi la sera su Lourdes, in questo giorno speciale, e tutti attendono con trepidazione il momento della fiaccolata che conclude come rituale la giornata del pellegrino. È una lunga e silenziosa carovana che accompagna la statua della Madonna e prega il rosario ognuno nella sua lingua ma formando un coro che risuona come unica voce, nonostante la diversità delle parole. Ci siamo accostati e accodati a questo momento desiderando di vivere una profonda esperienza di carità e di umanità, abbiamo notato tanta devozione e la bellezza di scoprirsi fratelli che si affidano a Maria e chiedono la sua intercessione, ciascuno con il suo linguaggio. Passo dopo passo ancora una volta ci rendiamo conto di quanto siamo Chiesa, la preghiera di uno diventa la preghiera di tutti, ogni sguardo incrociato ti dona la forza di sperare ancora che vivere da fratelli e figli amati è possibile.
 
L’abbraccio di pace finale che questa lunga processione si scambia è segno e desiderio di una comunità in cammino che sotto lo sguardo della Madre sogna una comunione che alle volte sembra impossibile, ma che con la forza e il coraggio della fede si rende fattibile. È stato una sorta di pellegrinaggio nel pellegrinaggio che ha aumentato in noi ancora e sempre di più il desiderio di servire il Signore e di essere strumento nelle sue mani per accompagnare quanti ci sono e ci saranno affidati nella cura pastorale. Quanto abbiamo da imparare da questi giorni, quanta sete di Dio abbiamo visto attorno a noi, quanta fiducia in Dio abbiamo percepito nella spianata di questo santuario, quanta grazia ha arricchito il nostro cuore che torna riscaldato da un’esperienza visibile di quanto ancora il mondo anela a Dio e spera nell’aiuto della più dolce delle madri.
 

 

di Gianluigi ed Antonio