Domenica 26 ottobre, XXX Domenica del Tempo Ordinario, ci presenta un passo del Vangelo secondo Matteo:
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Su questo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Conosciamo questo comandamento. Certo, la domanda è sul grande comandamento. E Gesù ha dato la sua risposta precisa: lamore per Dio pieno, assoluto e incondizionato. Ma non si è fermato: Gesù ha parlato anche di un altro comandamento che è simile al primo senza il quale non regge. Sono così stretti i due comandamenti che ne formano quasi uno solo. Come potremmo esprimere lamore per Dio se non attraverso lamore per luomo? Il comandamento è più preciso: amerai i, tuo prossimo. Quindi, laltro è il tuo prossimo. Significa che bisogna andare incontro allaltro. Cè in questa breve espressione già un impegno a uscire da sé, a riconoscere che senza laltro non sono completo e insieme con laltro cammino verso Dio. E ancora di più: amerai il tuo prossimo come te stesso. È una misura dellamore per laltro come se stesso. Innanzitutto, è un invito ad amare sé. Che sapienza cè nei comandamenti, espressione di quella vita divina che portiamo dentro di noi, senza la quale non siamo nulla. Amare noi stessi e nella misura in cui saremo capace di amarci, accettarci, perdonarci saremo anche capace di amare e accogliere gli altri, condividendo tutto con loro. Gesù, che rimanda a questo comandamento come la via essenziale per arrivare ad amare Dio, non si accontenterà: ai suoi discepoli chiederà ai suoi discepoli testimoniando con la propria vita che bisogna amare gli altri fino al dono di sé, alla rinuncia a se stessi. Al discepolo di Gesù è dato il dono dello Spirito per vivere come Lui ed essere nel mondo segno piccolo e concreto del Regno di Dio che viene.
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