AC: Una fede non misurata, ma con-forma-ta alla vita

Nel recente incontro di Azione Cattolica, tenutosi all’ex seminario di Vico Equense, e facente parte della serie di incontri unitari di formazione e confronto per consiglieri diocesani e parrocchiali, membri d’equipe, educatori ed animatori, dal titolo “Una fede conformata alla vita, ci siamo lasciati guidare da Don Alessandro Valentino, assistente regionale unitario di azione cattolica, che ci ha offerto una profonda riflessione sulla centralità dell’interiorità nella vita spirituale e sulla necessità di un rinnovato desiderio di futuro. L’invito, rivolto ai partecipanti, è stato quello di riscoprire la ricchezza dell’anima e vivere con autenticità la propria vocazione cristiana.

Il cuore, nella tradizione biblica, non è semplicemente il luogo dei sentimenti, ma il centro decisionale dell’uomo, sede di volontà e progettualità. Rifacendosi alle parole di Papa Francesco ben espresse nella sua quarta enciclica Dilexit nos “Io sono il mio cuore”, don Alessandro ha spiegato che la vita spirituale richiede ascolto, silenzio, meditazione e studio. Questa attenzione all’interiorità è essenziale non solo per regolare la nostra vita affettiva, ma anche per coltivare una sincera lotta spirituale contro le distrazioni e i pensieri disordinati che ci allontanano dalla verità di Cristo.

“Possiamo essere sinceri senza essere veri”, ha affermato don Alessandro, invitando a riflettere sulla differenza tra sincerità e verità. Essere sinceri, infatti, non sempre significa essere fedeli alla promessa fatta a Dio e al prossimo. Questa distinzione richiama i cristiani a una maggiore consapevolezza di ciò che muove il cuore, affinando la capacità di discernimento.

Guardare il presente con gli occhi del domani: è questo il cuore della riflessione sulla dimensione escatologica della vita spirituale. Don Alessandro ha citato il messaggio del Presidente Mattarella per sottolineare come l’attesa del futuro debba animare la nostra speranza e il nostro impegno. Non si tratta di una fuga dal mondo, ma di un invito a costruire con passione e desiderio una “civiltà dell’amore”.

Un punto cruciale dell’intervento è stato l’invito a evitare il cosiddetto “compromesso del dosaggio”: quell’atteggiamento che separa la fede dall’impegno storico e sociale, relegando la vita spirituale a un tempo limitato e predefinito. Don Alessandro ha esortato a vivere la simultaneità dei contrari, abbracciando pienamente le sfide della vita cristiana sia dentro che fuori dalla Chiesa.

La vita spirituale è un cammino che intreccia passato, presente e futuro, e trova forza nel desiderio. Come ha ricordato don Alessandro, “dove c’è desiderio, c’è vita”. Questo è il messaggio che l’ Azione Cattolica vuole portare avanti: un invito a coltivare una fede viva e autentica, capace di trasformare i cuori e il mondo.

Successivamente, si è riflettuto sul brano del Vangelo di Giovanni (3,1-21), dove Gesù dialoga con Nicodemo sull’importanza di nascere di nuovo per vivere una vera trasformazione spirituale. Questo passo ha arricchito ulteriormente il dibattito, evidenziando come la fede sia chiamata a conformarsi alla vita quotidiana e a rinnovare continuamente il nostro rapporto con Dio e con gli altri.

L’incontro si è concluso con un momento di conversazione spirituale, durante il quale i partecipanti, a gruppi, hanno condiviso esperienze e riflessioni, arricchendo ulteriormente una giornata già densa di significato. Giulio Abagnale ( cons. diocesano)

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