18 Aprile 2025

Servizio Insegnamento della Religione Cattolica

La Dott.ssa Angela Gaeta con gli insegnanti di religione

“L’insegnante di religione cattolica e la tutela dei minori”: SECONDO STEP

Mercoledì 9 aprile, presso l’ex Seminario diocesano di Scanzano, si è tenuto il secondo incontro di aggiornamento per gli IdR, dal titolo “L’insegnante di religione cattolica e la tutela dei minori: un’osservazione sistematica del disagio da abuso sessuale”, guidato dalla dott.ssa Angela Gaeta, psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicoterapia integrata e delle relazioni, responsabile del Servizio diocesano per la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili. L’incontro ha offerto un’opportunità preziosa per riflettere sul ruolo educativo degli insegnanti e sull’importanza di osservare gli alunni e saper riconoscere quei segnali di sofferenza emotiva di quanti sono stati vittime di abusi, e che spesso si manifestano in modo sottile e silenzioso. Dinanzi a queste ferite, il contributo di noi docenti diviene indispensabile e da qui nasce il dovere di vigilare e farsene carico.

 

La dottoressa Gaeta ha sottolineato come, troppo spesso, gli abusi si consumino in luoghi che dovrebbero essere sicuri: la famiglia, la palestra, la scuola, la parrocchia ed anche luoghi metaforici come i social media. Ha evidenziato l’importanza di un’osservazione scrupolosa e attenta, accogliendo ogni sensazione che il nostro inconscio riesce a percepire in maniera più rapida e profonda, per aprirsi a un ascolto attivo e accogliente, con delicatezza, pazienza e senza paura.

 

Piccoli cambiamenti improvvisi, soprattutto nei bambini della scuola dell’infanzia, possono comunicare più di mille parole: continue richieste di aiuto o di contatto fisico oppure, al contrario, il rifiuto; assenze, isolamento o il diventare selettivo nella scelta dei cibi o dei compagni; enuresi notturna, vomito rappresentano segnali forti del bisogno di “buttare fuori quello che fa male”. Nella scuola primaria, possono presentarsi cali di rendimento, disattenzione, silenzi improvvisi, manifestazioni di rabbia, aggressività, sbalzi d’umore e mutismo secondario. Nella scuola media, questi segnali possono manifestarsi e intensificarsi, accompagnandosi a comportamenti provocatori e all’uso di un linguaggio volgare; mentre, nella scuola superiore, possono emergere scatti di ira, cambiamenti nell’abbigliamento, nel sonno o nell’alimentazione, nonché variazioni nelle scelte e negli interessi. Tutto dice di un desiderio dell’adolescente di voler controllare quegli aspetti della propria vita che non riesce a controllare.

Successivamente, la dott.ssa si è soffermata su alcuni indicatori concreti e ha presentato casi esemplificativi di questi disagi, offrendo strumenti pratici per riconoscere segnali spesso trascurati.​Noi docenti siamo quindi stati coinvolti in una fase operativa: riuniti per ordine di scuola, abbiamo analizzato l’incipit di quattro storie di alunni, ci siamo confrontati e impegnati nell’osservazione mirata e nell’ipotizzare i probabili cambiamenti che potrebbero essersi manifestati.​

 

L’incontro ha anche sottolineato l’importanza del confronto e del dialogo con la famiglia e le altre figure educative, nel rispetto dei ruoli e delle gerarchie, per un cammino condiviso, delicato e doloroso, “facendo verità fino in fondo” per cercare l’uscita dal disagio e incarnare il Vangelo, che è salvezza, guarigione.

 

La dottoressa ci ha lasciati con l’indicazione che nel prossimo incontro andremo sul “come agire” affermando che per adesso “abbiamo aperto un libro”.

 

Il nostro Arcivescovo Mons. Francesco Alfano, presente all’incontro, ha ringraziato per l’occasione di formazione condivisa ed ha concluso dicendo: “Sono venuto a scuola da voi, che avete la capacità di stare dentro. Sono qui come alunno, come cristiano e come Pastore e mi sento fortemente coinvolto, sento il dovere della vicinanza a queste persone, più che casi”. Persone ferite dentro un mondo che ha una responsabilità. La Chiesa ha un messaggio da dare, un cammino da fare e deve scoprire con ogni mezzo come fare luce per aiutare a guarire da queste ferite.

 

di Rosalba Ponticorvo

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