Associazione Mons. Zama Azione Cattolica

AC: Azione Cattolica e giubileo

Focus sull'INDULGENZA: un segno di comune Speranza

Domenica pomeriggio 4 maggio ci siamo ritrovati nella Basilica di San Michele Arcangelo in Piano di Sorrento, splendidamente accolti dalla comunità.

 

L’evento, organizzato dal settore adulti diocesano di azione cattolica, insieme con il presidente parrocchiale Filippo Savarese e l’assistente don Antonino d’Esposito, dal titolo “Indulgenza: un segno di comune speranza”, ha fatto seguito ad altri due incontri sui segni del Giubileo, svoltisi nella concattedrale di Castellammare e nella chiesa dei santi Ciro e Giovanni a Vico. Un ’occasione significativa per poter riscoprire il senso autentico dell’indulgenza, inserendola in un contesto di riflessione più ampio sul peccato, la confessione e il cammino di conversione personale.

 

L’incontro si è aperto con un breve excursus storico, volto a chiarire come l’indulgenza sia stata, in alcuni momenti del passato, oggetto di fraintendimenti e usi impropri, spesso legati a dinamiche economiche e al potere. Queste deviazioni, che hanno generato scandalo e confusione, hanno rischiato di oscurare il valore spirituale originario dell’indulgenza. Oggi, però, la Chiesa la propone nuovamente per quella che è realmente, cioè come espressione concreta della misericordia di Dio, accessibile attraverso un percorso autentico di conversione e comunione ecclesiale.

 

Successivamente, la riflessione si è spostata sul tema del peccato, affrontato con profondità e realismo. Don Antonino ha spiegato come il peccato, che non è soltanto una “trasgressione morale” ma soprattutto una frattura che ferisce l’anima, spezzi la comunione con Dio Padre e comprometta l’equilibrio interiore. Esso genera disordine, inquietudine e senso di colpa, ed è proprio in questo contesto che si comprende il valore del sacramento della riconciliazione in quanto amore e dono infinito di Dio.

 

Ampio spazio è stato dedicato alla confessione, non intesa come un semplice rito, ma come un incontro vivo con la misericordia di Dio. Questo importante sacramento non può essere ridotto a un gesto esteriore o a una sorta di “liberazione automatica” dal peccato. Il perdono, per essere autentico, richiede rinuncia, e spesso anche un sacrificio che comporti un impegno concreto per cambiare e migliorare; per cui il sacramento della riconciliazione non è un meccanismo automatico, ma una chiamata a rinunciare a ciò che ci allontana da Dio, anche quando questo richiede sacrificio.

 

Attraverso un linguaggio chiaro e diretto si è ricordato che il perdono divino è sempre disponibile, ma c’è bisogno anche di una risposta personale fatta di sincerità, impegno e desiderio di rinnovamento. L’indulgenza, in questa prospettiva, è un dono gratuito, segno dell’amore di Dio, che ci chiama però a una risposta altrettanto sincera e profonda.

 

L’incontro, conclusosi con la visita al tempietto di San Michele, attraverso le scale dietro all’ altare, segno di cammino personale e comunitario verso il trionfo del bene, ha spinto ad una riflessione personale e alla riscoperta del sacramento della confessione come strumento di guarigione e crescita spirituale. Un’opportunità preziosa per rimettere Dio al centro della propria vita, non solo con le parole, ma con scelte concrete.

Chiara De Martino

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