Tor Vergata si trasforma per due giorni nel cuore pulsante del Giubileo dei Giovani, al termine di una settimana che ha visto la città riempirsi di entusiasmo, musica e spettacoli.
La spianata alla periferia di Roma si riempie di colori vivi, di bandiere che sventolano – anche attaccate ad un batti panni – di storie che si intrecciano. E tra quei volti, in mezzo a quegli occhi che si incrociano, ci siamo anche noi. Ci sono anche i nostri giovani.
Sono oltre trecento i giovani della nostra Arcidiocesi che hanno raggiunto Roma, partiti svariati giorni prima per vivere esperienze significative. Ciascuno ha scelto la sua, in base alle proprie sensibilità e predisposizioni: volontariato, accoglienza, assistenza. Abbiamo toccato con mano realtà di Caserta, Castelvolturno, Anacapri, AVELLINO, Loreto ed anche ROMA, per chi ha deciso di mettersi sin da subito in cammino.
Il nostro Vescovo Alfano ha condiviso con loro il pellegrinaggio, tappa dopo tappa.
IL PELLEGRINAGGIO DI ALFANO
A Tor Vergata si sono riuniti un milione di ragazzi e ragazze provenienti da ben 146 Paesi diversi, molti arrivati anche da paesi segnati dai conflitto (Libano, Iraq, Myanmar, Ucraina, Siria e Sud Sudan): è tutta qui la speranza condivisa, quella che supera i confini della guerra.
Immensa ed emozionante la macchina organizzativa messa in monto per accogliere i pellegrini: sono state infatti mobilitate 270 parrocchie, 400 strutture scolastiche, 40 siti extra-scolastici, case della Protezione Civile, palazzetti dello sport.
I cancelli di Tor Vergata si sono aperti sabato 2 agosto, spalancati come se fossero delle grandi braccia aperte, pronte ad accogliere giovani che arrivavano da tutto il mondo, a gruppi di centinaia.
Immenso ed imponente il palco, sormontato da un grande arco e un grande crocifisso, sul quale si sono alternate band da tutto il mondo. Una giornata lunga per i pellegrini, sotto un sole cocente, che non ha però risparmiato momenti di fraternità. Il tempo è trascorso, tra canti e balli, qualche libro da leggere e sorrisi più o meno nascosti sotto ai cappelli, al sapore di creme solari.
A sera, ecco la tanto attesa veglia con Papa Leone. Il Pontefice, arrivato elicottero è sceso a piedi dalla papamobile portando la croce del Giubileo, accompagnato da duecento giovani. Ha riposto con entusiasmo alle domande di tre ragazzi. Sull’amicizia, sulla capacità di fare scelte importanti e su come incontrare Cristo
“L’amicizia può essere una strada per la pace” – ha risposto ad una ragazza messicana, chiedendo poi di pregare per due pellegrine decedute nel corso del Giubileo: una ragazza spagnola e una egiziana. “Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano” – ha esortato la generazione cresciuta nell’era dei social media a riscoprire il valore dell’autenticità e della responsabilità.
IL TESTO INTEGRALE DELLE DOMANDE E DELLE RISPOSTE
È stata una veglia totalizzante ed inclusiva: un abbraccio di culture, di spiritualità condivise e di lingue. Mentre il linguaggio, quello del cuore, è stato unico e solo. Il Papa ha infatti risposto alle domande dei giovani, parlando in italiano, inglese e spagnolo. Canti, balli e preghiere, la veglia è durata fino a notte, quasi come una ninna nanna. Papa Leone ha salutato i giovani dando loro appuntamento al giorno seguente, raccomandando un buon riposo.
È domenica 1 agosto, è mattina, tutto è pronto per la messa presieduta da Papa Leone XIV che chiuderà il Giubileo dei Giovani. Una messa – come riferito della stampa vaticana – concelebrata con venti cardinali, 450 vescovi e settemila mila sacerdoti.
“Aspirate a grandi cose, non accontentatevi di meno, rendete la società umana e fraterna. La fragilità non è un tabù ma è parte della meraviglia che siamo […] La nostra vita non dipenda da ciò che possediamo. Continuate a camminare con gioia sulle orme del Salvatore, e contagiate chiunque incontrate” – ha esortato il Pontefice. Leone XIV, nel corso dell’omelia, ha poi citato un discorso di Papa Francesco. “Non allarmiamoci se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro. Non siamo malati, siamo vivi“.
OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV
Al termine dell’Angelus, il pontefice ha salutato i tanti presenti, dando loro appuntamento nel 2027 a Seul, in Corea, dove si svolgerà la prossima Giornata mondiale della Gioventù. Ecco che con cuore pieno e cautela, inizia il lento deflusso dall’area di Tor Vergata. Diversamente all’arrivo, un milione di fedeli ha lasciato l’area nello stesso momento.
Il Giubileo dei Giovani volge al termine, ma la speranza è un fuoco che continua ad ardere.
Ancorati a Te, tutto è stato grazia.
Clelia Esposito







