Alberi, 14 aprile – Una mattinata di aria buona

Il nostro percorso di formazione pastorale continua: dopo Vico Equense (Novembre e Gennaio), Alberi. Ancora col prof. don Carmelo Torcivia, per riprendere ed approfondire alcune delle tematiche emerse nella precedente tappa.
La prima sensazione è che due ore e mezza di ascolto, attento e partecipato, possono volare, quando gli argomenti sono trattati con chiarezza, passione, vivacità espositiva. E il metodo scelto, dialogare su alcuni “nuclei generatori”, si è rivelato interessante e coinvolgente.
 
 Questi i temi su cui don Carmelo si è soffermato:
-La compagnia degli uomini
-La sinodalità
-L’iniziazione cristiana
-I nodi culturali
 
Don Carmelo ci conduce per mano in un tempo ormai passato, quando nella “societas cristiana” si era cristiani per nascita, quando l’appartenenza alla Chiesa era un fatto scontato, e le parrocchie erano territori di cui parroci e vescovi erano più funzionari che pastori; e ci ha aiutati a capire i processi sociali e culturali che hanno prodotto il passaggio da Chiesa di popolo a Chiesa di comunità, da eredità sociale a consapevolezza. Oggi, continua don Carmelo, viviamo una Chiesa che per via della secolarizzazione è sempre più “minoritaria”, termine che non vuol dire minoranza, ma che riporta all’idea del lievito, del seme, della presenza umile e laboriosa che vuole essere  compagna degli uomini.
 
E’ la Chiesa di Papa Francesco, “povera per i poveri”; è la Chiesa che stringe alleanze col popolo, e che forma credenti significativi anche per i non credenti, e che ascolta tutti, specialmente gli ultimi: anche gli ultimi sociali, e morali, perché la misericordia di Dio è per tutti, e noi tutti, laici e presbiteri, siamo chiamati a tenere sempre la bussola del nostro agire orientata al Vangelo. Camminando insieme. E’ il modello della  sinodalità, tesoro prezioso di una Chiesa che cammina in comunione, andando oltre l’autoreferenzialità, personale e di parrocchia.
 
E ancora: l’iniziazione cristiana, che oggi si confronta con l’analfabetismo spirituale e religioso, con bambini non abituati al sacro, che in famiglia non ricevono neppure le prime nozioni della nostra fede. “Riprogettare” è una parola che ricorre spesso, in questa bella mattinata di aria buona.
La conclusione, affidata al nostro Vescovo don Franco, è aperta alla speranza: don Carmelo ci ha offerto chiavi di lettura con cui entrare dentro alla nostra storia, alla nostra realtà diocesana. Ora tocca a noi, come lievito buono, fare un passo avanti, nella comunione e con spirito di servizio.
 

 

di Lucia DI MARTINO