Appello per la casa comune dell’Azione Cattolica Regione Campania

Due estati roventi in Campania quelle 2017 e 2018; a bruciare quest’anno, non sono i nostri boschi e foreste, ma i rifiuti. Gli incendi di immondizia non sono una novità, ma questa estate essi non sono stati appiccati in discariche abusive ed occasionali, bensì in siti preposti allo stoccaggio e al riciclaggio, parte della catena virtuosa del ciclo integrato dei rifiuti, così come stabilito dalla decretazione regionale del 2016.
Il grido di allarme viene dalle associazioni di Azione Cattolica parrocchiali e diocesane di Aversa, Capua e Nola, i cui territori sono ancora interessati dall’inquietante fenomeno, nonostante la legislazione regionale e il lavoro costante delle forze dell’ordine e delle istituzioni preposte. Dense nubi di fumo stanno percorrendo il territorio nord di Napoli portandovi l’ipoteca alla salute e alla vita delle popolazioni di oggi e di domani.
Il fenomeno in verità è nazionale. In due anni sono stati censiti circa 250 roghi in siti di stoccaggio nell’intera penisola, segno che siamo di fronte a una prassi e anche abbastanza consolidata. Se tocca alle forze dell’ordine e alla magistratura individuare le responsabilità ed agire di conseguenza, alle nostre comunità ecclesiali tocca un ruolo non di secondo piano.
La terra ci interpella e con essa ogni cosa creata che vive grazie ad essa. Il Magistero di Papa Francesco è chiaro nell’indicare che le ferite all’ambiente sono sempre ferite umane e all’umano e che la comunità dei cristiani è chiamata a custodire il creato e a vivere consapevolmente la prospettiva ecologica, in virtù dell’affidamento della vita all’uomo, riportato in Genesi.
Anche l’istituzione della giornata del creato, che il prossimo 15 settembre sarà celebrata nella nostra arcidiocesia Castellammare di Stabia, orienta le scelte pastorali in questo senso.
L’appello per la casa comune diramato dalla delegazione di Azione Cattolica della Campania, nato per amplificare la voce delle popolazioni che soffrono più da vicino lo scempio dei roghi, chiama in causa la comunità ecclesiale perché si unisca nella preghiera e nel discernimento, e la coscienza di tutti affinché si abbandoni la violenza degli stili di vita orientati all’accaparramento: lasciamo che il grido della terra ci commuova, che entri nelle orecchie, nei cuori e divenga forza propulsiva per l’intelligenza, le mani e i piedi!
Non è questo il primo appello in difesa del bene comune fatto dall’associazione, che continua il suo impegno da un lato nel costruire alleanze e sinergie per rendere più abitabile la casa comune e dall’altro nel formare coscienze laicali capaci di superare l’individualismo associandosi, di leggere comunitariamente i segni di Vangelo presenti nell’esistenza e di farli fruttificare come popolo di Dio. La scelta dell’insieme è profetica anche per il tempo presente e per le tante questioni che interpellano la vita dei credenti e chiedono una risposta, cioè che si sia educati ad esercitare la responsabilità.
di Albertina Balestrieri