Assemblea CEI: dal Diario di don Franco 13 novembre 2018

Roma, Collegio Capranica 13 novembre 2018   Ore 22.45

Oggi siamo entrati nel vivo della nostra assemblea. La relazione fondamentale di questa mattina, tenuta dal preside dell’Istituto di Liturgia di Padova, ci ha permesso di riflettere sui temi fondamentali che sono alla base della riforma liturgica e che hanno guidato la traduzione italiana della terza edizione del Messale Romano. La liturgia è veramente al centro della vita della comunità credente e la plasma! Sono stati evidenziati i nessi con l’evangelizzazione, con la pastorale, con la spiritualità, con l’annuncio missionario, con l’arte e la cultura del popolo che ne è protagonista. Richiamati anche i rischi: il protagonismo eccessivo (specie di chi presiede), l’appesantimento didascalico (presumendo che solo la spiegazione dei riti aiuti nella comprensione del loro significato), la prevalenza della dimensione orizzontale (con l’oscuramento dell’elemento essenziale della gratuità). Resta un’inquietante domanda di fondo: le nostre comunità e coloro che presiedono le celebrazioni liturgiche che livello di fede esprimono nei gesti e nelle parole, nelle azioni e nei silenzi, nei canti e nella proclamazione della Parola? C’è veramente da fare tutti un forte esame di coscienza e vivere questa occasione come un’opportunità straordinaria per riprendere insieme il cammino verso la celebrazione di liturgie che siano “culmine” e soprattutto “fonte” di vita della Chiesa.

Nei laboratori abbiamo avuto la possibilità di un confronto reale e concreto, essendo stati distribuiti in piccoli gruppi e chiamati a elaborare proposte da sottoporre all’assemblea generale. Molto interessante e fruttuoso l’ascolto reciproco, ma soprattutto tanti gli stimoli per ripensare la prassi liturgica delle nostre comunità e gli itinerari formativi di coloro che sono chiamati al servizio della presidenza. Come educarci a quella “ars celebrandi” che esige il coinvolgimento dell’intera assemblea e che rimanda alla cura di una ministerialità diffusa? Anche questa domanda è risuonata più volte come determinante per la crescita della fede nelle nostre comunità ecclesiali.

Quando poi nel pomeriggio siamo entrati nelle singole questioni legate alla nuova traduzione del Messale, ci siamo trovati dinanzi a tanti problemi ancora aperti. Su singole questioni infatti ci sono numerose interpretazioni e possibili alternative, che rispondono ad altrettanti punti di vista. Non è affatto facile trovare la traduzione ottimale, tenendo presente in modo particolare la necessità di mettere tutti in condizione di entrare nel linguaggio e di immergersi nel mistero che si celebra. Su questo domani saremo chiamati a esprimerci, valutando i vari emendamenti proposti: l’esempio più noto riguarda la richiesta del Padre Nostro “non indurci in tentazione”, tradotta dal nuovo lezionario con “non abbandonarci alla tentazione”, che risulta ad alcuni ancora insoddisfacente. Lo Spirito ci guidi in questa non facile decisione, vero atto di magistero per la fede e la preghiera di tutto il Popolo di Dio!