Assemblea CEI: Dal Diario di don Franco 22 maggio 2017

Roma, Collegio Capranica 22 maggio 2017 Ore 23.30
 
Oramai è prassi: le nostre assemblee nazionali iniziano sempre con l’incontro tra tutti noi vescovi e Papa Francesco. È una sua scelta, che condivido pienamente. Dare inizio ai lavori partendo da quanto il Papa vuole dire all’episcopato italiano è senz’altro determinante per la discussione dei giorni successivi. Il magistero del vescovo di Roma non viene solo a confermare quello dei pastori ma anche e prima di tutto a orientare e a guidare il cammino delle nostre Chiese.
 
In realtà lo stile di Papa Francesco va ancora oltre. Egli preferisce dialogare concretamente, rispondendo a domande dirette che ascolta molto volentieri, incitando ad essere schietti e liberi, anche quando dovessero esserci opinioni diverse dalle sue. Questo pomeriggio lo abbiamo accolto con la solita familiarità, che nulla toglie all’intensità del momento. La preghiera semplice e corale, con i saluti sinceri e gioiosi tra confratelli che si riabbracciano dopo un po’ di tempo… L’intervento scritto del Santo Padre ci è stato consegnato alla fine uscendo. Egli ha preferito non leggerlo, ma ce lo ha affidato come un testo da meditare: lo farò anche io domani mattina, in un clima di silenzio e di preghiera personale. Francesco, pur non nascondendo una certa stanchezza fisica, ha preferito mettersi in ascolto delle nostre domande ed entrare così nel vivo delle questioni che agitano e inquietano le nostre Chiese locali. Due ore di dialogo serrato mi sono sembrate un tempo breve e soprattutto hanno creato un clima di estrema familiarità, come in una famiglia dove ci si siede attorno ad uno stesso tavolo per affrontare le questioni che più stanno a cuore. 
 
I giovani e il lavoro, le sfide dell’evangelizzazione, le scelte politiche e l’autonomia dei laici, la formazione alla responsabilità sociale e la lotta alla corruzione, il rischio della mondanità, le tentazioni del clero con una speciale attenzione soprattutto ai preti giovani e ai seminaristi, il compito di noi vescovi nel servizio al Popolo di Dio, il rapporto con le istituzioni civili, lo stile del pontificato e le scelte che siamo chiamati a fare come Chiesa italiana per una “”conversione pastorale” alla luce dell’Esortazione post sinodale Evangelii gaudium. La lista è lunga e sembrerebbe impossibile poter affrontare tutte queste problematiche in un tempo relativamente breve. Invece la bravura di Papa Francesco e il suo carisma personale, da tutti riconosciuto, ci hanno consentito di approfondire con lui tutti questi argomenti, almeno cogliendo le piste fondamentali che più premono al suo cuore. Me ne sono uscito, ancora una volta, confortato e provocato. Lo sguardo sulla realtà italiana, illuminato dalla fede e sostenuto dalla novità del Vangelo, mi fa chiudere questa prima giornata con grande fiducia: lo Spirito ci riserverà di sicuro belle sorprese e ci farà riprendere il cammino con maggiore coraggio. Una citazione biblica sta molto a cuore al Papa: il profeta Gioele annuncia che i vecchi sogneranno e i giovani faranno profezie. Ecco la Chiesa del futuro che siamo chiamati oggi a costruire! Posso andare a riposare con serenità e pace, nonostante la stanchezza si faccia sentire: il Signore ci guiderà sempre!