Parrocchia Santissima Annunziata

Campo-Scuola comunitario

Dal 18 al 24 agosto la comunità della Parrocchia dell’Annunziatella, ha partecipato al campo scuola che si è tenuto in Calabria presso la Casa Madonna Pellegrina a San Giovanni in Fiore (CS), nel parco nazionale della Sila. Siamo partiti in 110 ed è stata un’esperienza che ci ha fatto crescere maggiormente come comunità poiché è stato il primo anno in cui al campo hanno preso parte i ragazzi dagli 11 anni fino ad arrivare agli adulti, quindi erano presenti varie generazioni. Eravamo in tanti e di età diverse ma il fatto di stare insieme tutto il giorno a stretto contatto gli uni con gli altri, ci ha aiutato a capire che ognuno di noi ha qualcosa da donare all’atro e ognuno può arricchirsi dal confronto con le altre generazioni. Si è creato un clima familiare e di aiuto reciproco fin dall’inizio; la collaborazione e la condivisione tra tutti è stata una delle cose più belle che sono emerse. Durante il campo ci siamo soffermati sui salmi.

“Se Dio parla all’uomo, anche l’uomo parla a Dio e il Salterio raccoglie preziose preghiere che riflettono gioia, dolore, scoraggiamento, fiducia, abbandono, supplica, ringraziamento… l’intera Storia dell’uomo. È con i Salmi che impariamo a pregare, a rivolgerci a Dio con le parole che Lui stesso ci ha insegnato; a ripercorrere e a leggere la nostra Storia affidandola all’amore misericordioso e fedele di Dio.”  (Papa Francesco)

Di tutto il libro dei salmi, ne abbiamo scelti alcuni, facendo un percorso che partiva dalla lode, per poi arrivare, attraverso la supplica e il pentimento, all’amare e al ringraziare.

Il primo giorno ci siamo introdotti al tema mettendoci in ascolto, restando in silenzio perché è solo il silenzio che porta luce dentro di noi, illuminando i nostri sepolcri. Immersi in una passeggiata naturalistica, abbiamo meditato sul salmo 131, uno dei salmi delle Ascensioni e come il pellegrino che si metteva in viaggio verso Gerusalemme così anche noi abbiamo iniziato il nostro cammino. Ci siamo, poi, soffermati sulla storia di Giacobbe. Arrivare all’uomo che non va in cerca di cose grandi significa lottare e accogliere la benedizione da Colui che ha vinto e ti rende suo servo. Un Dio che non ti schiaccia ma ti educa. Il secondo giorno, con il salmo 104, abbiamo affrontato il tema della lode. “Pregare è meravigliarsi”. Meravigliarsi di ciò che ci circonda, della natura, dei doni ricevuti, stupirsi delle piccole cose e apprezzare i piccoli gesti quotidiani. “Lodare è essenziale quanto respirare! Cogliere nel respiro insieme la gioia di vivere e la lode di Dio Creatore significa poter pensare la lode come qualcosa davvero possibile sempre e a tutti, finché c’è un alito di vita.”

Il terzo giorno, invece, di mattina ci siamo soffermati sulla supplica e ci siamo resi conto di quanto sia sterile se non è rivolta a Dio. Solo se ci affidiamo a Dio Padre nel dolore, nello scoraggiamento, nelle nostre notti allora possiamo trovare forza, aiuto, consolazione e liberazione. “Mostrami Signore, la tua via…. tieni unito il mio cuore.” (Salmo 86,11)

“L’ascolto e la recita dei salmi da parte del credente non significa ripensare soltanto le varie tappe della storia della salvezza, ma costituiscono anche quasi uno specchio attraverso il quale rivedere le proprie situazioni e riacquistare speranza e fiducia in Dio. Pertanto si raggiunge la capacità e la forza per uscire dalla propria angoscia.” (Armido Rizzi)

Il pomeriggio è stato il tempo del chiedere perdono. Ci siamo riconosciuti fragili, poveri, miseri e ci siamo affidati a Dio chiedendo la grazia di un cuore nuovo, puro e uno spirito saldo. (Salmo 51). È solo recuperando quella relazione vitale con Dio che possiamo Amare come Lui ci Ama. Così siamo passati al quarto giorno, il cui tema era la misericordia. “Pregare è riscoprirsi amati”. Dio ci ama, ci perdona; e noi, a nostra volta, dobbiamo amare e perdonare i fratelli seguendo il Suo esempio. Il quinto giorno è stato il giorno più intenso dove ci siamo confrontati con noi stessi per riscoprici amati e poter poi andare incontro all’altro, al fratello bisognoso e ringraziare.

“Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.” (Salmo 139)

La giornata si è conclusa con un’adorazione eucaristica e un momento intorno al fuoco dove abbiamo accolto i nuovi in un momento di passaggio tra i vari gruppi. L’ultimo giorno, infine, abbiamo concluso il campo con la celebrazione eucaristica seguita da una condivisione dove ognuno ha parlato della sua esperienza vissuta e sperimentata in un clima familiare.

“A volte abbiamo i sensi come atrofizzati. Possiamo ripartire da qui, risvegliandoli. Guardare annusare, toccare, godere dei tanti piccoli e grandi momenti di stupore che la realtà ci offre ogni giorno. E non dare per scontato niente”. (Ronchi-Marcolini)

di Rosalba D’Auria