Castellammare di Stabia. Le famiglie dei cantieri metallurgici accolgono la statua della Madonna con il bambino

La storia della Madonnina è iniziata con la pandemia. Ogni giorno, grazie ad un gruppo di volontari ci recavamo sotto i balconi e alle finestre delle famiglie, portavamo in giro la statua, per donare loro conforto e preghiera. Naturalmente, il tutto avveniva con un permesso delle forze dell’ordine e con il piacevole consenso del nostro Vescovo Alfano. È stata un’esperienza di grande impatto emotivo, una buona prassi che abbiamo scelto di portare avanti” – è quanto racconta Don Gennaro Giordano, della parrocchia di Parrocchia B. M. V. I. di Lourdes e Sant’Agostino, nella periferia di Castellammare di Stabia.

Da sempre impegnato in prima linea per il suo quartiere, attraverso iniziative di inclusione e comunione, Don Gennaro grazie all’aiuto e alla buona volontà dei parrocchiani, anche quest’anno ha inaugurato lo “speciale tour” della Madonnina, che caratterizzerà tutto il mese di maggio.

La statua risale ai tempi della costruzione della parrocchia, parliamo quindi di circa 60 anni fa – continua Don Gennaro – Venne realizzata per opera di Don Angelo Papa, in una fabbrica del Nord Italia, il suo materiale è sintetico, probabilmente innovativo a quel tempo ed il suo colore è bronzo. Nonostante la grandezza che la caratterizza, risulta leggera e semplice da trasportare”.

La Madonnina oggi viene portata nei cortili, lì dove c’è spazio o possibilità, negli androni dei palazzi e nelle case delle famiglie, per chi lo desidera. Tutti possono richiedere la presenza della Madonnina, è necessario aderire all’iniziativa, facendo richiesta alla parrocchia, che di conseguenza stila un piccolo calendario. Non vi sono particolari regole da seguire, ognuno sceglie il proprio modo per accogliere la statua.

Le tre zone in cui giriamo sono tre, partendo dal rione CMI, passando per Via Napoli, fino alla periferia di Fossa Luna. Il motivo per cui abbiamo scelto di proseguire con l’iniziativa è dovuto all’entusiasmo con cui le persone hanno partecipato, ma soprattutto alla curiosità mostrata da parte anche di chi è meno vicino alla Chiesa. Il nostro è un quartiere popolare che vive di luci e ombre, tocca darsi da fare affinché la speranza resti sempre viva” – conclude.

Le famiglie organizzano dei cenacoli di preghiera coinvolgendo il quartiere o il palazzo, intono al quale riunirsi per pregare insieme a chi lo desidera. Anche Don Gennaro si unisce alla preghiera, accompagnando i presenti con una riflessione alla sera. Il giorno dopo la statua viene presa e portata a mano in un’altra famiglia, che si prepara ad accoglierla.

a cura di Clelia Esposito