Salì in una barca.
Il mare, il porto, una barca
sembra un romantico quadro dautore.
Ma quando al centro cè lAmore misericordioso del Padre quellarmonia di colori diventa molto di più di una tela dipinta: è la festa della vita!
Un anno intero di lavori, scandito da risate, lacrime, condivisioni, notti passate a scrivere e disegnare progetti stracciati e riscritti più volte, sudore e fatiche per la costruzione della barca, lunghi viaggi, prima Milano, poi Palermo, per prendere in consegna la Croce di Lampedusa. La preghiera: unica costante durante tutto questo tempo, medicina per il corpo e per lanima, conforto nei momenti di stanchezza, fonte di ispirazione. Si, perché il Chi Ama Chiama non è soltanto il 24 luglio, è uno stile di vita fondato sulla gioia di Cristo, è un viaggio fatto di energia, vitalità e tanto entusiasmo, è quel desiderio sempre vivo nel cuore di fare, di operare, di agire, di muoversi. Non cè posto per la noia. Ma lentusiasmo a volte non basta, perché il cammino non è sempre facile. Tutti abbiamo bisogno di essere sostenuti, affiancati, incoraggiati. Ed è così che da venti, trenta, quaranta persone, la barca del Chi Ama Chiama ha rinfoltito il suo equipaggio, fino ad arrivare ad una ciurma di centinaia di persone e numerosissimi gruppi e associazioni che insieme hanno condiviso gioie e dolori, ma soprattutto lintento: incendiare i cuori per dar vita al cambiamento! Insieme si può cambiare il mondo perché tanta energia genera un vortice di bene, di fede, di speranza. Dire grazie sarebbe riduttivo perché il Chi Ama Chiama è di tutti. Ognuno ha contribuito con il proprio talento, il proprio tempo: una sinergia di carismi. E quei sorrisi incorniciati dalle lacrime, il 24 luglio, sul porto, ripagano più di mille belle parole. Un arcobaleno di emozioni. Indescrivibile.
Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare tantissime volte della misericordia. Il 24 luglio labbiamo toccata con mano, vivendo questa esperienza di fede attraverso i gesti concreti di persone che ogni giorno, silenziosamente, si dedicano al prossimo con cura ed amore. Persone come noi, che vivono intorno a noi, nella nostra città. La vita quotidiana offre innumerevoli occasioni di agire. I nostri valori vanno messi alla prova e trasformati in azione con l’impegno nel “qui e ora”. E vero, tra il dire e il fare cè di mezzo il mare, ma i mari oggi si solcano
Basta una barca. Non ci sono scuse, se non la pigrizia o lignavia, per non impegnarsi in prima persona nel tradurre in azioni e comportamenti quelli che sono i valori del Vangelo che animano i nostri pensieri e, magari, anche i nostri discorsi. Piccoli gesti. A volte basta un sorriso, un gesto, una telefonata, una scelta, una firma, un impegno necessario per la città, un gesto di attenzione nei confronti di una categoria di persone svantaggiate, una scelta etica sul proprio posto di lavoro.
Sulla barca cè posto per tutti.
Ci sono saliti i talenti della nostra città senza alcuna esitazione. Artisti che hanno scelto di esserci per testimoniare che non bisogna arrendersi davanti alle difficoltà, che con impegno e sacrificio i risultati arrivano.
Ci sono saliti i giovani imprenditori del pastificio Il Mulino di Gragnano, che sono riusciti a trasformare la crisi e la mancanza di occupazione in unopportunità, grazie ai gesti concreti di una comunità che ha in Cristo la sua forza e allintervento della chiesa diocesana attraverso il Progetto Policoro.
E poi ancora i giovani dellAzione Cattolica, persone che incoraggiano a vivere la fede con gioia, entusiasmo, voglia di condividere… senza indugi o timori. Il cuore pulsante in una Chiesa aperta, vicina, accogliente, sulla strada, pellegrina
Lorenzo Ceribelli, venuto da Torino per raccontare la sua breve ma intensa amicizia con la beata Chiara Luce Badano, la sua gioia di vivere, il suo entusiasmo per le piccole cose, la contemplazione del creato, la felicità di godere dellamicizia, lamore per lEucaristia.
Al suono di una sirena, una Croce si imbarca sulla motovedetta della Guardia Costiera, che circumnaviga il porto di Castellammare. Non una croce doro, intarsiata e tempestata di gemme preziose. Una Croce scarna, macchiata di vernice, povera. Due semplici assi di legno prese dai barconi arrivati a Lampedusa con il loro carico di dolore e speranza: la Croce di Lampedusa, baciata e benedetta da Papa Francesco, in piazza San Pietro, il quale, visibilmente commosso, ha sussurrato “portatela ovunque”. Passando di mano in mano come segno di fraternità, scortata dagli eroi della Guardia Costiera, sale sulla barca del Chi Ama Chiama, per riscoprirne la bellezza e il valore che, con la risurrezione, comunica vita e non morte.
Osman Ahmed era lì, sulla barca, con lo sguardo bagnato dalle lacrime fisso sulla Croce, timido, emozionatissimo, per raccontare la sua storia, il suo viaggio, il viaggio della speranza. Quel viaggio che dura molto di più del percorso sul barcone. Un viaggio che ha inizio otto mesi prima da Mogadiscio, insieme a fratelli che non ce lhanno fatta, nel deserto per 21 giorni senza acqua e senza cibo. Un viaggio fatto di percosse, di umiliazioni, di violenza, di crudeltà. Per i telegiornali un immigrato. Osman è una persona.
Sei qui davanti a me, o mio Signore, sei in questa brezza che ristora il cuore,
roveto che mai si consumerà, presenza che riempie l’anima E il canto di ingresso dellospite donore, colui che è sempre pronto sostenerci, il conduttore dell’imbarcazione, il responsabile del viaggio, il coordinatore di ogni manovra, il Comandante: Gesù. Ancora sorrisi, lacrime, parole sussurrate. Il nostro amato Vescovo presiede lAdorazione Eucaristica, immergendo il proprio sguardo negli occhi di Cristo. E lì che nasce il Chi Ama Chiama, nel dialogo continuo con il Comandante, il cuore, lanima di questo viaggio.
roveto che mai si consumerà, presenza che riempie l’anima E il canto di ingresso dellospite donore, colui che è sempre pronto sostenerci, il conduttore dell’imbarcazione, il responsabile del viaggio, il coordinatore di ogni manovra, il Comandante: Gesù. Ancora sorrisi, lacrime, parole sussurrate. Il nostro amato Vescovo presiede lAdorazione Eucaristica, immergendo il proprio sguardo negli occhi di Cristo. E lì che nasce il Chi Ama Chiama, nel dialogo continuo con il Comandante, il cuore, lanima di questo viaggio.
E sempre festa, la festa di un lavoro ben svolto, che ha un senso per la grazia di Gesù, per la sua presenza, il suo amore, il suo sacrificio, il suo farci comunità
perché lui è con noi, sempre pronto ad ascoltarci, a tracciare quella rotta a volte incomprensibile ma sempre sicura
perché lui è con noi. Il nostro comandante non abbandonerà mai la barca.
Il 24 luglio 2016, sul porto di Castellammare, lintera città ha testimoniato una strepitosa voglia di cambiare. Assai nutrita e di grande significato è stata la presenza di giovani. I giovani sono il futuro della nostra città, senza i quali questa città non ha futuro! Da loro è possibile respirare gli slanci, ma anche i facili entusiasmi; i sogni, ma anche illusioni e abbagli sempre in agguato. I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo. I giovani sono la speranza!
Non esistono parole per esprimere così tante emozioni.
Ora lappuntamento è per la IV edizione del Chi Ama Chiama. Un anno vola via veloce, senza che ce ne accorgiamo, e insieme dovremo essere ancora più forti, ancora più organizzati, ancora più motivati. Ne vale la pena. Per noi stessi, per il nostro futuro e per quello dei nostri figli.
Tutti, perché insieme è più bello!