Costruttori gioiosi … e membra vive della Chiesa

La veglia di Pentecoste dell'’Unità Pastorale 9

Accompagnate dalla luce del cero pasquale, le cinque comunità parrocchiali della zona collinare di Castellammare di Stabia (San Nicola, San Matteo apostolo, Santo Spirito, Santissimo Salvatore e Sant’Eustachio), hanno pregato insieme nella Veglia di Pentecoste, sabato 7 Giugno 2014,  nella splendida cornice della Reggia di Quisisana, luogo storico e significativo per la città, con lo sguardo rivolto sul mare e protetto dal verde rigoglioso della montagna.
La Veglia di Pentecoste, celebrata dai parroci dell’unità pastorale 9, don Antonio De Simone e don Vincenzo Esposito, e preparata dal consiglio dell’unità pastorale, ha chiamato i fedeli non soltanto a pregare per invocare il dono dello Spirito, ma anche ad impegnarsi personalmente ad essere costruttori gioiosi e membra vive della Chiesa, colonne luminose che diffondano l’amore di Cristo nella vita e negli incontri di tutti i giorni.
Il cero pasquale, acceso dal fuoco benedetto all’esterno della Reggia,  è stato condotto in cammino presso la grande terrazza del palazzo reale antistante il parco, adibita per l’occasione in spazio liturgico, simboleggiando la Chiesa nascente e già pellegrina. Attraverso la Liturgia della Parola, accompagnata da segni concreti e da un atteggiamento di ascolto, i fedeli sono stati guidati a riconoscere ed accogliere i sette doni dello Spirito: la Sapienza, rappresentata dal sale, dà sapore di Vangelo alle nostre vite; l’Intelletto, simile ad una chiave con cui  aprire lo scrigno delle cose spirituali, rende capaci di “leggere dentro” e  di riconoscere, nelle vicende della vita quotidiana, la volontà del Signore; la Scienza, simboleggiata da antichi testi,  mostra le strade di Dio; il Consiglio, come una bussola, indica la direzione da seguire per percorrere le strade di Gesù e con Gesù; la Pietà, rappresentata da un’immagine artistica del Padre misericordioso che abbraccia teneramente il figlio, ci aiuta a crescere nell’amicizia e nella comunione con Dio e con gli altri; la Fortezza, simile ad un timone, per guidare la nostra vita con coraggio e con fede; infine, il Timor di Dio, simboleggiato da un soffice cuore, aperto alla fiducia e all’amore del Signore.
Il celebrante, don Antonio De Simone, coordinatore dell’Unità Pastorale, ha inoltre richiamato nell’omelia i fedeli al coraggio, all’audacia di seguire Cristo nella vita di ogni giorno, in famiglia, al lavoro, nelle scelte piccole e grandi.
A fare da filo conduttore, la luce…
Sembra quasi giocare, la luce, nei contrasti con le ombre ed il buio della serata e nel passare -come il testimone di una staffetta- dal falò benedetto al cero pasquale, alle candeline tra le mani dei partecipanti, illuminando e accendendo animi e cuori della luminosità e del calore dello Spirito Santo.
Al termine della Veglia, infatti,  i fedeli, dopo aver rinnovato il loro sì ad accogliere i doni dello Spirito e a impegnarsi per farne nascere una testimonianza concreta e fruttuosa, hanno ricevuto la luce del Signore, accendendo le loro candeline al cero pasquale che è stato poi spento: la luce dello Spirito Santo è stata affidata a ciascun fedele con la responsabilità a divenire gioiosi portatori di quella luce nella vita di ogni giorno e costruttori di un mondo sempre rinnovato dall’amore di Cristo.

di Gabriella SICIGNANO