Dal Diario di don Franco: Assemblea CEI Roma, 20 maggio 2019

Roma, Collegio Capranica 20 maggio 2019   Ore 22.30

L’incontro con Papa Francesco ha inaugurato anche quest’anno l’Assemblea ordinaria dei vescovi italiani. È una prassi che ha i suoi evidenti vantaggi, mettendo in luce in modo più forte lo strettissimo legame tra la Chiesa che è in Italia e il Santo Padre, vescovo di Roma. Aprire i lavori alla presenza del successore di Pietro dà fin dall’inizio un tono molto più ecclesiale a tutta la settimana. Invocare insieme lo Spirito perché ci assista e ci illumini, ascoltare insieme la Parola del Vangelo che ci accompagnerà per tutta la durata dell’assemblea, pregare insieme per noi e per le Chiese che ci sono state affidate e di cui siamo chiamati ad essere padri e fratelli e amici: tutto ciò è un dono speciale che riempie il cuore di gioia e apre l’animo alla speranza, nella guida certa e fedele del Risorto in mezzo a noi.

Mi sono preparato così ad accogliere le parole di Papa Francesco, indirizzate a noi vescovi italiani e alle nostre comunità ecclesiali. I tre punti che ha offerto alla nostra riflessione e al successivo dibattito, che come sempre è avvenuto a porte chiuse in spirito di fraterna e schietta condivisone, li ho ricevuti come dono del Signore anche per la nostra Chiesa diocesana. Sulla sinodalità stiamo cercando anche noi di impegnarci sia nella riflessione teologica che nelle necessarie conseguenze operative: gli Orientamenti Pastorali sul tema della “gioia del Vangelo nella compagnia degli uomini” si ispirano a questa prospettiva e chiamano in causa il cammino delle nostre comunità con l’obiettivo di coinvolgere tutto il Popolo di Dio nella partecipazione alla missione della Chiesa. Riguardo poi alla riforma dei processi matrimoniali, che il Papa ha ripreso con insistenza perché in ogni Chiesa diocesana si faccia esperienza di prossimità, insieme alla celerità e alla gratuità, anche nella nostra diocesi ci siamo messi in cammino: pur aderendo al tribunale interdiocesano di Napoli insieme alla altre diocesi della metropolia, abbiamo avviato un percorso di accompagnamento per separati, divorziati e riaccompagnati che già da tre anni rappresenta un primo segno forte di vicinanza per chi vive situazioni di sofferenza e di disagio spirituale per la crisi del proprio matrimonio. Infine la calda e decisa esortazione che il Papa ha rivolto a tutti noi vescovi di stare sempre più vicino ai nostri presbiteri, perché questo rapporto rappresenta la “spina dorsale su cui si regge tutta la Chiesa diocesana”! Ho ripensato ai nostri preti, uno per uno: il Signore ci faccia crescere nell’amore reciproco, nella conoscenza fraterna, nella fiducia profonda e umile per manifestare a tutta la Chiesa locale il dono dell’unità e della concordia, anche con gli inevitabili limiti che tutti ci portiamo dentro e che non devono rappresentare affatto un ostacolo dinanzi al compito che abbiamo da realizzare, quello di diventare una sola cosa, “un solo ovile e un solo pastore”!

Vado a riposare con l’animo sereno, non perché non ci sia ancora tanto da fare ma per la conferma che ho letto nelle “raccomandazioni” del Santo Padre:  mentre alcuni giornalisti vi hanno trovata la solita nota stonata, per l’ennesimo rimprovero che il Papa avrebbe rivolto ai vescovi italiani, io vi ho letto l’invito forte e l’incoraggiamento deciso ad andare avanti con fiducia, guardando a Cristo ed essendo disposti al dono di sé senza alcun risparmio. Che bel dono, all’inizio dei nostri lavori!